L’inquinamento da ozono potrebbe contribuire al declino degli insetti


In Germania, esperimenti condotti su mosche di diverse specie esposte all'ozono hanno portato alla conclusione che quando si accoppiano danno alla luce una prole ibrida. Tuttavia, questa stessa prole è molto spesso sterile. Secondo gli scienziati questo fenomeno potrebbe quindi accelerare il declino degli insetti su scala globale.

L'ozono influisce sui feromoni

IL mosche del genere Drosophila contano circa 1.500 specie diverse. Tuttavia non ce n’è meno di uno centinaia di possibili coppie tra queste specie e secondo una pubblicazione sulla rivista Comunicazioni sulla natura dall’11 aprile 2024 questa non è una buona notizia per gli insetti in generale. Un team dell’Istituto Max Planck per l’ecologia chimica (Germania) sottolinea che gli individui maschi risultanti da questi accoppiamenti tra specie sono meno fertili, o addirittura completamente sterile. Dopo un primo studio che ha dimostrato che l'inquinamento atmosferico potrebbe influenzare il sex appeal delle mosche, lo stesso team questa volta rivela un altro fenomeno: lo sono mosche di specie diverse più probabilità di accoppiarsi in caso di esposizione all’ozono (o triossigeno – O₃).

Ricorda che i feromoni sono molecole odorose che consentono a molti animali di farlo trasmettere diversi tipi di messaggi, compresa l'attrazione sessuale. Il fatto è che in molti insetti questi feromoni sessuali sono specifici di determinate specie e rappresentano quindi una sorta di “confine naturale”. Tuttavia, l’ozono, un cosiddetto inquinante secondario formato da altri inquinanti come gli ossidi di azoto e altri composti organici volatili, rompe i legami carbonio-carbonio che la maggior parte dei feromoni incorpora negli insetti.

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Crediti: PxHere

Ossidi di azoto peggiori dell'ozono?

Nell'ambito del loro studio, i ricercatori hanno concentrato la loro attenzione su quattro specie di moscerini della frutta: Drosophila melanogaster, Drosophila simulante, Drosophila sechellia et Drosophila mauriziana. Se i primi due sono presenti quasi ovunque nel mondo, gli altri due sono endemici rispettivamente delle Seychelles e delle Mauritius. Le prove di laboratorio consistevano in esporre le mosche per due ore a concentrazioni di ozono simili a quelle che si trovano nelle città nelle giornate calde. Mentre alle femmine pronte per l'accoppiamento veniva data la possibilità di scegliere il partner maschio, i risultati hanno mostrato che l'ibridazione lo era più comune con l'esposizione all'ozono. In effetti, lo stesso test effettuato con l'aria ambiente classica ha dato pochissimi individui ibridi.

Inoltre, i ricercatori hanno formulato un'ipotesi riguardante gli ossidi di azoto e altri inquinanti di tipo “ossidante”. Quest'ultimo potrebbe amplificare gli effetti dell’ozono accoppiamento al volo. Nulla però è certo poiché, a causa della loro tossicità, questi inquinanti non possono essere testati in laboratorio.

Per i ricercatori tedeschi è comunque necessario rivalutare i limiti per gli inquinanti atmosferici, perché anche piccole quantità possono influenzare la comunicazione chimica degli insetti. Tuttavia, con il attuale declino globale delle popolazioni di insettitutti i fattori che favoriscono questo fenomeno dovrebbero essere meglio compresi e risolti.





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