Nella fascia sopracrostale di Isua, in Groenlandia, antiche rocce sopravvissute alle ingiurie del tempo ci offrono preziose testimonianze dell’esistenza di un campo magnetico terrestre primordiale già 3,7 miliardi di anni fa. Come è apparso in primo luogo? I ricercatori si stanno ancora chiedendo.
Una scoperta inaspettata
La presenza di un campo magnetico è essenziale per proteggere il nostro pianeta dalle particelle cariche dannose provenienti dal vento solare. In effetti, funge da scudo, respingendo il nevischio cosmico e creando così un ambiente favorevole alla vita.
Fino ad ora, gli scienziati credevano che il campo magnetico della Terra si formasse quando il suo nucleo metallico liquido cominciava a raffreddarsi e solidificarsi, formando un nucleo interno solido e un nucleo esterno liquido. Questo processo avrebbe poi portato ad a effetto dinamogenerando così una corrente elettrica e producendo un campo magnetico autosufficiente. Secondo questa teoria, quest’ultimo cominciò a formarsi lì circa 3,5-4 miliardi di anni fa.
Tuttavia, fino ad ora, la comprensione dell’aspetto del campo magnetico terrestre si è basata solo su modelli teorici e dati geologici limitati. La scoperta di registrazioni magnetiche nelle rocce della fascia sopracrustale di Isua, in Groenlandiasembra quindi molto più concreto. Tuttavia, questi nuovi dati mettono in discussione le ipotesi precedenti.
Un’origine ancora sconosciuta
L’esame di queste rocce rivela che il campo magnetico terrestre esisteva già molto tempo fa. 3,7 miliardi di annipoco dopo la formazione della Terra.
Nel dettaglio, queste antiche rocce fungono da registratori naturali del campo magnetico della Terra primordiale. Le particelle di ferro che contengono si allineavano con il campo magnetico quando si formarono. Offrono così una testimonianza diretta della sua esistenza e della sua intensità con cui si misura almeno quindici microtesla (mT), che è paragonabile a quello dell’attuale campo magnetico terrestre.
Tuttavia, la questione di come la Terra primordiale abbia generato questa struttura protettiva rimane un mistero. È infatti improbabile che l’effetto dinamo generato dalle correnti elettriche nel nucleo esterno di ferro fuso della Terra fosse operativo 3,7 miliardi di anni fa. L’origine di questo campo primitivo, che probabilmente ha avuto un ruolo chiave nella comparsa e nello sviluppo della vita sulla Terra, è quindi ancora sconosciuto.
Questi nuovi dati sul campo magnetico primitivo della Terra offrono una visione affascinante delle prime fasi del nostro pianeta. Mettono in discussione alcune ipotesi consolidate e aprono la strada a nuove indagini sui meccanismi che hanno permesso alla Terra di sviluppare questa protezione essenziale per la vita. Sebbene rimangano molte domande, questa scoperta segna un passo fondamentale nella comprensione delle origini profonde del campo magnetico terrestre, un mistero scientifico che, sebbene ancora parzialmente chiarito, continua ad incuriosire i ricercatori.
I dettagli dello studio sono pubblicati in Giornale di ricerca geofisica.
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