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Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Tel Aviv evidenzia un importante progresso tecnologico nella preistoria: la comparsa dei primi strumenti di pietra specializzati utilizzati circa 400.000 anni fa per lavorare la pelle scamosciata. Questi strumenti, noti come raschietti Quina, furono scoperti nei siti preistorici di Jaljulia e della grotta di Qesem in Israele. Si distinguono per il bordo affilato, a forma di squama, ideale per scuoiare le prede e trattarne la pelle.
Nuovi strumenti in risposta alla scomparsa degli elefanti
Per circa un milione di anni, i primi esseri umani usarono i raschietti per pietre lavorazione di pelli e carni di selvaggina di grossa taglia come il elefanti. Questi strumenti relativamente semplici erano adatti per tagliare e scuoiare grandi quantità di carne e pelli spesse. Gli elefanti, in particolare, fornivano non solo un’abbondante fonte di cibo, ma anche materiali per realizzare vestiti, ripari e altri strumenti.
Tuttavia, ce ne sono circa 400.000 anni, la scomparsa degli elefanti in alcune regioni segnò una svolta decisiva per i cacciatori preistorici. Le ragioni esatte di questa estinzione locale non sono del tutto chiare, ma potrebbero includere cambiamenti climatici, alterazioni ambientali o una maggiore pressione di caccia da parte dell’uomo.
Senza questa abbondante fonte di cibo e materiali, i cacciatori erano quindi costretti a farlo rivolgersi a prede più piccole e più veloci, come i cervi. Questo cambiamento naturalmente trasformarono le pratiche di caccia e lavorazione della carne. A differenza degli elefanti, i cervi sono infatti animali agili e difficili da catturare che richiedono strategie di caccia più sofisticate e collaborative. Inoltre la carne e le pelli del cervo, più delicate e pregiate di quelle degli elefanti, richiedevano strumenti per la lavorazione più precisi e affilati.
È in questo contesto che il Raschiatori di quina (dal nome del sito francese dove furono scoperti per la prima volta). Questi strumenti scoperti di recente in Israele presentavano bordi di lavoro dalla forma migliore, più affilati e più uniformi, adatti al complesso compito di trattare animali più piccoli e delicati.
Un progresso tecnologico pionieristico
La realizzazione di questi raschietti richiedeva materiali di alta qualità che non erano disponibili nei siti preistorici di Jaljulia e della grotta di Qesem dove furono scoperti. Lo studio rileva infatti che questi strumenti erano realizzati con selce non locale. In realtà provenivano da una zona circa 20 km a est. Questa pietra proveniva più precisamente da montagne di Samaria, una regione oggi situata in Cisgiordania. I ricercatori ritengono che questa regione lo fosse un'area dove si riprodussero i cervirendendo questa regione ricca di prede per i cacciatori preistorici.
Questa scoperta è importante perché rappresenta il il più antico esempio conosciuto di sviluppo tecnologico in risposta a grandi cambiamenti ecologici. Evidenzia anche l’ingegno dei primi esseri umani, capaci di adattare i propri strumenti e le tecniche di caccia in base alle risorse disponibili e alle sfide ecologiche.
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