Marine Fauthoux (leader dei Bleues, dopo la sconfitta in finale contro gli Stati Uniti (66-67)) : “Al momento ho difficoltà ad accettare soldi. Poi, come ci ha detto Sarah, ce ne renderemo conto più tardi. Spero che Los Angeles sia d’oro. Possiamo essere orgogliosi di noi stessi, del nostro viaggio. Se segniamo uno o due canestri in più la partita cambia. Quando siamo passati in vantaggio nel 3° quarto (35-25), non credo che fossero pronti per questo. Cominciavano ad infastidirsi, si lamentavano tra loro. Nei loro occhi vidi che avevano un po’ di paura. E poi hanno reagito.
Non abbiamo rimpianti ma la delusione resta enorme. Sul tiro che arrivo quasi da centrocampo, so di essere in grado di trasformare questi tiri dalla distanza, soprattutto in questa stanza, dove non ho mai perso. Mi piace e se potesse risvegliare la squadra, tanto meglio. Ma la verità è che non è servito a nulla. Abbiamo perso. Se poi saremo riusciti a dare una buona immagine del basket femminile al mondo intero, tanto meglio. Questo è ciò da cui vogliamo uscire, ma… è difficile. »
“Un grande passo avanti per il basket francese”
Iliana Rupert (interno dei Bleues): “Sentire la Marsigliese mentre ricevevamo le nostre medaglie, lanciate spontaneamente dal pubblico, è stato semplicemente meraviglioso. Ovviamente c’è un po’ di delusione. Avremmo voluto essere sullo scalino subito a sinistra, ma è così. Possiamo essere orgogliosi di tutto ciò che abbiamo fatto. Alla fine abbiamo commesso molti errori, forse mascherati dalla nostra intensità, ma sapevamo che sarebbe stata la lotta che ci avrebbe permesso di rimanere in contatto. E’ una squadra molto buona, individualmente, giocatori molto forti. Siamo riusciti a fermarne la maggior parte. Quella era una delle istruzioni. Non sono abituati a essere presi in giro. Sapevamo che poteva essere a nostro vantaggio. Ci sono molte emozioni, che si avvicinano così tanto. È difficile da accettare. Tutti mi dicono che bisogna approfittarne, è pur sempre una medaglia d’argento. Forse tra qualche ora, qualche giorno. In questo momento è difficile. »
Marine Johannès (dietro i Bleues): “Un po’ di delusione c’è, ma abbiamo fatto dubitare la squadra più forte del mondo. Non ci sentivamo sicuri e questo non accade tutti i giorni. Abbiamo finito a -1, purtroppo, ma possiamo essere orgogliosi. Di cosa si tratta? Dobbiamo giocare una partita perfetta, a volte non l’abbiamo fatto, abbiamo commesso piccoli errori, penso che un punto non sia proprio niente, è un dettaglio, abbiamo mostrato una bella immagine, dove abbiamo ascoltato Aimé (Toupane, l’allenatore), ha rispettato il piano, tutto è passato attraverso la difesa. Abbiamo fatto quello che potevamo.
L’intero torneo è stato intenso e non c’era molto rumore. Era fisico. Anche noi siamo entrati in loro. Forse non ci siamo concentrati abbastanza sui loro punti deboli, ma in generale abbiamo rispettato bene le linee guida. Sul tiro di Gabby (Williams), ho visto che il suo piede era sulla linea, ma non ci sono rimpianti a riguardo, dovevamo darle la palla e c’erano tipo cinque centimetri? E’ così. Siamo rimasti uniti. Ci vediamo nel 2028 a Los Angeles? Sì, perché no… non ci penso necessariamente. Da parte mia, voglio lavorare per giocare nella WNBA in estate. Poi sarà compatibile con la Francia? Non lo so, quelle saranno discussioni da fare. Se mi vorranno, quello sarà uno dei miei obiettivi. »
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