Charles Noakes è apparso al centro dell’Arena ed è stato come se non ci fosse mai stata un’interruzione di corrente nel recinto situato alla Porte de la Chapelle. Al badista tricolore devono aver fischiato le orecchie per il clamore che ha accompagnato il suo ingresso, nonostante una buona ora di ritardo, alla finale della categoria SH6 dei Giochi di Parigi contro la britannica Krysten Coombs. C’è da dire che le medaglie dell’ bronzo della coppia Mazur-Noëlquindi il incoronazione di Mazur in singola SL4 aveva elettrificato il kop tricolore.
Contro la medaglia di bronzo di Tokyo, con la quale aveva promesso di incontrarsi in finale, il francese si è aggiudicato il suo primo titolo paralimpico vincendo in due set (21-19, 21-13), lunedì sera.
Un set per liberarti
La vicenda però era iniziata molto male. Teso, commettendo diversi errori di valutazione, Noakes ha concesso un 6-2. Lo abbiamo poi visto chiudere gli occhi, prendersi il tempo per fare uno o due respiri profondi, prima di alzare la voce. Ha controllato meglio il suo ingaggio e la durata dei suoi colpi, spingendo il suo avversario a scambi più lunghi. Quanto basta per recuperare gradualmente, non senza venir meno alla forza data dal pubblico. Cominciò allora un soffocante avanti e indietro. Noakes ha preso il comando per la prima volta a metà round e, dopo essersi lasciato scappare due set point, ha sferrato un meraviglioso dritto incrociato corto sulla linea esterna per prenderlo.
Un punto di cui abbiamo pienamente apprezzato le conseguenze nei verbali successivi. Il francese, disinibito, ha avuto la meglio su uno stupito Coombs. Sforzarsi di non allentare mai la presa, riducendo considerevolmente i suoi errori diretti, per finire di strizzare l’avversario mentre è in tribuna “Chi non salta non è francese”. Dopo 41 minuti di combattimento, avrebbe potuto unirsi alla festa, strapparsi la maglia, buttarsi a terra e godersi appieno la sua prima medaglia paralimpica.
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