È stata una delle sue peggiori qualifiche quella effettuata da Max Verstappen sabato a Monza. L’olandese non vola più. Retrocesso questo sabato in Seconda Divisione, al settimo posto, a 0 »695 da Lando Norrismentre davanti a lui i primi 6 sono separati da meno di due decimi. Punito senza capirne il motivo.
La sua Red Bull perdeva seriamente aderenza con le gomme morbide. Una settimana fa Verstappen si lamentava di non poter entrare con la sua vettura in curva. Questa volta, una combinazione delle due sensazioni si è aggiunta al conto. Partirà quindi con accanto Sergio Perez.
Nessuna soluzione interna fino ad oggi
Un compagno di squadra fermo da inizio stagione, questa volta è avanti solo di miseri 40 millesimi. “Non capisco cosa sia successo, ma con tutti i treni era uguale, usavano le gomme morbide. L’auto semplicemente non era ben bilanciata. » Al che Perez, suo compagno di sventura, aggiunge: “L’ala posteriore utilizzata qui è la stessa di Spa. Lascia troppa resistenza per rendere l’RB20 più vivace. E anch’io ho avuto gli stessi problemi con quelli teneri. »
Altra spiegazione non menzionata dagli interessati, Perez, che avrebbe dovuto portare nell’ultima manche il vantaggio al suo leader, ha virato largo nella seconda Lesmo, tagliando lo slancio del tre volte campione del mondo. Basta immaginare di vedere l’olandese arrivare in zona mista, consapevole delle preoccupazioni strutturali che affliggono le RB20. Verstappen insisterà addirittura sul fatto che la sua F1 non accelera, sottosterza e scivola con gomme morbide.
E i due piloti ammettono che se l’analisi dei problemi è chiara, nessuno internamente ha, ad oggi, la soluzione. E più la Red Bull cerca, più la RB20 si allontana dalle prime posizioni, fino a ritrovarsi questo sabato esclusa dalla banda dei quattro (Red Bull, McLaren, Mercedes, Ferrari).
Osservazione delle braccia oscillanti condivisa da Christian Horner, il capo della squadra: « C’è qualcosa che non funziona nell’auto o qualcosa che non funziona nell’auto… » Come un’implicazione tecnica. Il profumo dei perdenti irritati, fino a prova contraria.
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