Candidato alla presidenza della LFP, Cyril Linette vuole crederci



Nel rettilineo finale Cyril Linette, il cui ultimo incarico era presso la direzione generale della PMU, lascia andare i cavalli. In un messaggio indirizzato a tutti i presidenti di club, che abbiamo ottenuto, evoca l’elezione a presidente della LFP il 10 settembre con sorprendente sicurezza.

“Carissimi tutti (e scusate questo messaggio raggruppato), al di là di tutto quello che vi diremo, sappiate che la dinamica è estremamente favorevole, scrive. Oggi sono convinto di avere la maggioranza nei due collegi e ovviamente nell’AG (assemblea generale). Anche il consiglio è vincibile, siatene convinti. Tutto questo, ovviamente, a patto che non manchi nessuna voce, anche quella degli amministratori veramente attenti all’interesse generale. Martedì non dobbiamo disperderci e non lasciarci impressionare. Il calcio professionistico merita una riforma reale e approfondita, per la sua sostenibilità e il suo sviluppo futuro. L’ho già dimostrato: potete contare sulla mia ASSOLUTA determinazione. Amicizie. Cirillo.

Questo messaggio riflette il legittimo desiderio di colui che è stato anche direttore sportivo di Canal+ di giocare al massimo la sua fortuna. Ma non riflette, a priori, lo stato delle forze presenti. Già favorito, Vincent Labrune, presidente uscente della Lega, ha registrato giovedì due buone notizie. Il primo è il ritiro di Joseph Oughourlian, tecnico dell’RC Lens, dalla corsa per i sette posti riservati ai club di L1 nel consiglio di amministrazione della LFP.

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Il preferito di Labrune ma…

Se ha schiacciato Labrune e il suo management, ha rinunciato a candidarsi per una poltrona. Il che fa il gioco dell’ex presidente dell’OM. Così come l’intenzione di Waldemar Kita di rinunciare anche a occupare uno dei sette posti riservati ai club d’élite. Quest’ultimo lo ha confermato venerdì con una lettera alla LFP. Da settimane il presidente dell’FC Nantes lamenta la mancanza di entrate, soprattutto televisive, e lo stile di vita della LFP. Nel consiglio di amministrazione non potrà far sentire la sua voce nemmeno a Linette, che rischia di rimanere crudelmente priva di appoggio.

Perché se l’ostilità verso Labrune è reale nell’opinione pubblica, i rapporti di forza nel microcosmo del calcio professionistico sembrano ancora pendere nettamente a suo favore. Per le elezioni di martedì resta quindi il favorito. Ma occorre ancora cautela, perché i tradimenti sono frequenti all’interno delle autorità. Nel 2000, Noël Le Graët, allora presidente della Lega, pensava di vincere in sordina, ma alcuni colpi di scena hanno avuto la meglio e hanno insediato Gérard Bourgoin al suo posto. E più recentemente, nel settembre 2020, Michel Denisot era il grande favorito per succedere a Nathalie Boy de la Tour. Ma alla fine è stato battuto sul filo da… Vincent Labrune.

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