Il sogno olimpico di Céline Boutier si è quasi trasformato in un incubo sulla buca n. 13, dove un doppio spauracchio con una palla in acqua l’aveva già fatta cadere in classifica il giorno prima. Questa volta la francese ha commesso una tripla orribile, che l’ha scaraventata dall’auto di testa dove era appena tornata al suo posto. Ne è seguito un crollo dal quale è riuscita a uscire grazie ad un coraggioso finale, per firmare un cartellino sotto il par (71) che la posiziona a -4 in totale ed ancora in corsa per una medaglia, alla sera di una giorno del trasloco ancora una volta molto agitato.
La sua giornata era iniziata piano-piano, i postumi del secondo round fallito (76, +4) erano ancora presenti in un angolo della sua testa e nella fragile meccanica del suo swing, nonostante gli aggiustamenti tecnici apportati il giorno prima al campo pratica con il suo allenatore Cameron McCormick. Questa volta il gioco lungo ha risposto meglio, anche se il 7° giocatore al mondo ha avuto difficoltà a posizionarsi vicino alle bandierine. Ma quando ha avuto l’opportunità di fare birdie alle buche 3, 6, 8 e 9, il putter è rimasto freddo come un blocco di ghiaccio. Situata in una zona compresa tra 4,5 e 6 m su queste buche, Boutier non è riuscita a sfruttare le sue opportunità e ha limitato i danni rispettando il par.
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Il 13 dell’Albatros porta decisamente sfortuna al n°1 francese
Ci voleva una reazione, che arriva dopo una rimessa laterale vagante al 10, direttamente nello stagno sulla sinistra. Dopo una caduta punita con una penalità, il suo attacco verde ha finalmente trovato il bersaglio, a 3 metri di distanza, per salvare il par. Il calcio nel sedere ideale per colorare finalmente il tuo cartellino di rosso, il colore dei calci sotto lo standard. Cosa avvenuta grazie a due nuovi colpi di ferro perfetti sul par 3 dell’11 (birdie quasi regalato), poi sul 12 dove ha infilato un putt da 3,5 metri per scendere a -5 totale. Accolta dai boati del pubblico che seguiva la sua partita dal tee n°1, Boutier si è poi unita ad un gruppo di altre 5 giocatrici a 3 tiri dal vantaggio, ancora occupato dalla svizzera Morgane Metraux, nonché dalla formidabile neozelandese Lydia Ko ( doppia medaglia olimpica, argento a Rio, bronzo a Tokyo) si erano uniti.
Ma il 13 dell’Albatros porta decisamente sfortuna al n°1 francese. Il suo ingresso trovando il grezzo a sinistra, è stata costretta a effettuare un tiro ricentrante, ma il suo attacco al green sotto l’adrenalina, mentre la pressione aumentava man mano che le buche avanzavano, è andato oltre la buca per infilarsi nel pendio. Il suo chip conservato, ovvia conseguenza del massimo stress e della fragile fiducia, è tornato in piedi. Un nuovo tentativo seguito da due putt ha portato a 3 il numero di punti persi solo su questa buca. Tutto doveva essere rifatto e ovviamente il morale aveva subito un duro colpo. Sul par 5 del 14, una birdiehole, Boutier ha piantato il suo secondo colpo nel bunker e ha strappato un par molto piccolo, prima di catapultare la sua messa in gioco il 15 direttamente nel lago, a destra. Spauracchio.
Ovazione mostruosa e speranze per l’ultima giornata
Faccia chiusa, mascelle serrate, tutta rabbia dentro, il neo-texano, con orgoglio, ha piantato l’albero a 16 per un terzo birdie che ha posto fine all’emorragia. In due sul green del 17 a meno di 5 metri di distanza, le si è offerta una nuova opportunità per tornare al par day: tra gli applausi del pubblico, non se ne è privata.
Non restava che la 18, la sua immensa distesa d’acqua sulla sinistra e il suo green isolano da affrontare senza tremare: su questa buca giocata questa settimana come par 5 (mentre era un par 4 per gli uomini), Boutier ha optato per la cautela del lay-up, cioè per attaccare il green in tre colpi. In un momento di tensione insopportabile, ci ha provato due volte prima di piazzare un sontuoso tiro di cuneo (66 m di distanza) a 3,5 m dalla buca. Il suo terzo birdie consecutivo ha scatenato un’enorme ovazione e gli ha dato tutte le speranze per sabato.
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