“Tra questi due Teddy non c’è niente da vedere. Non è lo stesso judo, non lo stesso kumikata né la stessa mentalità, è come se fosse una versione 1 contro un Super Saiyan (una versione metamorfizzata e definitiva, riferimento a sfera del drago). Giocherei con la 2008, penso di non darle 30 secondi (Soffia), facile… Sul kumikata, non vedrebbe la luce del giorno. Sicuro al 1000%. Mentalmente, fisicamente, nel judo, sto meglio. »
Sommaire
“Gli ho messo quasi 30 kg addosso”
“Penso di avergli già messo quasi 30 kg. Dovevo essere stato a 115 kg, 120 kg, non di più nel 2008. Ho messo il braccio lì (indica il suo collo)gli dico: stai attento, sto attaccando e in più lo avverto (ride) – e mi fa questo (abbassa la testa). Lo uccido. »
“So come evitare gli infortuni”
“All’epoca facevo di tutto, ma non importa cosa, ed è per questo che ci sono stati tanti infortuni. Oggi lo faccio, ma in termini di qualità. Mi sono evoluto molto quando si tratta di gestire il mio corpo. Nel 2008 non mi prendevo cura di me stessa, non ero gentile con il mio corpo. Ci è stato semplicemente chiesto di spingere. Infatti all’epoca in cui entrammo all’Insep non ci avevano insegnato come diventare un atleta di alto livello. Ci è stato insegnato la tenacia, il combattimento, a sopportare il dolore e a tenere la bocca chiusa. Adesso so come evitare gli infortuni, il colloquio lo devo fare con il fisioterapista e lo staff medico, e questo grazie ad alcune persone che mi ho messo accanto e che mi hanno insegnato a farlo. Se fossi rimasto in questa cosa stupida, al limite della stupidità, avrei continuato ad abbassare la testa e a farlo ancora e ancora. Solo che dopo un po’: saturazione, nessuno, niente, ciao, schifo del judo. »
“Posso avere un diagramma sviluppato”
«Sul judo, lui (il Teddy Riner del 2008) era bravo, andava veloce, ma non ha il judo che ho io oggi. Va molto meglio adesso. Penso ai miei attacchi, alla mia precisione, alle mie sequenze a terra. Per il floor, sono andato in Brasile, sono riuscito a mixare alcune cose del BJJ (Jiu-jitsu brasiliano) e metterli nel judo. Cambia molte cose. Era la mia curiosità, la mia voglia di progredire. Anche negli ultimi mesi ho migliorato alcuni aspetti tecnici per poter ottenere una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi.
Oggi sono un judoka che ha avuto l’opportunità di testare molte cose durante la sua carriera e posso riassumere cosa funziona o no, cosa è rischioso o no. Posso inserire le tecniche in diversi modi, avere un diagramma sviluppato e sicuro. »
“So di cosa ho bisogno”
“Ovviamente posso usare tutto quello che ho acquisito e usarlo ogni volta. Oggi posso dire che sto meglio di prima. Ho 35 anni, so cosa devo fare con il mio judo per esibirmi, so di cosa ho bisogno. Ma sappiamo che nello sport tutto è casuale. Devi solo distogliere la mente dalla concentrazione per mezzo secondo nel grande giorno.
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