Con il “Lupo” Andreas Wolff e Renars Uscins, la Germania ha le zanne prima della finale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024



Dopo quattro semifinali olimpiche perse, la Spagna pensava davvero di mettere fine alla sua maledizione questo venerdì a Villeneuve-d’Ascq contro la Germania. Gli “Hispanos”, che erano sotto fino a quattro gol (11-7, 21esimo), sono passati in vantaggio per la prima volta al 51′ (22-23). I tedeschi sembravano vivere lo stesso incubo che avevano inflitto ai francesi nei quarti di finale nello stesso stadio Pierre-Mauroy (35-34 d.C.). Ma « Andy » ha detto di no.

Andreas Wolff, il portiere stella della Nationalmannschaft, ha effettuato tre parate di alto livello negli ultimi sei minuti, da distanza ravvicinata, contro Javi Rodriguez, Abel Serdio e poi Alex Dujshebaev, per concludere uno spettacolo eccezionale: 22 parate al 49%. La Spagna aveva solo il bronzo come orizzonte nei suoi occhi velati (25-24). “Abbiamo diverse azioni molto chiare per metterli in difficoltà e non le stiamo attuando, compianto portiere Gonzalo Perez de Vargas. Andy Wolff ha fatto una grande partita, è difficile vincere contro un portiere che fa più di venti parate. » La Germania è in finale, per la prima volta dalla sconfitta della squadra composta da Henning Fritz e Stefan Kretzschmar contro la Croazia ad Atene, vent’anni fa (24-26).

“È pazzesco. La nostra ultima medaglia è stata otto anni fa (bronzo ai Giochi di Rio). Sono davvero orgoglioso di far parte di questa squadra e di ricoprire un ruolo importante in essa. »ha esultato per la rivelazione di queste Olimpiadi. Negli ultimi dieci minuti il ​​22enne ha dimostrato la sua età, accumulando due tiri sbagliati e una palla persa. Ma Wolff era lì per salvare il Paese.

“Ho già visto Andy Wolff fare grandi partite, ma è stato incredibile. »

Alfred Gislason, allenatore della Germania

Inesistente contro i Blues (dopo 0 parate in 12 minuti, ha lasciato il posto a David Späth, autore di una partita eccezionale), il 33enne portiere ha offerto una prestazione da antologia davanti a un pubblico del nord che ha comunque intonato La Marsigliese in tribuna, nonostante l’assenza dei Blues nelle semifinali. « Lavoro con lui da anni, l’ho già visto fare grandi partite, ma è stato incredibile »ha detto l’allenatore Alfred Gislason.

Wolff è fedele alla sua leggenda del tutto o niente. Otto anni fa fu protagonista del “miracolo di Cracovia”, nella finale di Euro 2016 contro… la Spagna (24-17, 16 parate al 48%). L’ultimo titolo e l’ultima finale fino ad oggi per il Squadra nazionale. Ed è proprio per questo che il big del Kiel ha sborsato una fortuna (risarcimento stimato in 600.000 euro) per rimpatriarlo dopo cinque anni al club polacco Kielce. “Sono molto felice, abbiamo fatto un torneo fantastico; ma ci resta ancora un passo per scrivere la storia”gridò con una goccia di sudore sulla punta del naso, già rivolto al grande incontro di domenica. La Germania ha trovato il suo eroe.

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