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Le tracce sono visibili ovunque. L’aria è piena di brividi, la storia sta per finire. Nikola Karabatic però si aggrappa al suo sesto e ultimo torneo olimpico, un record assoluto nel mondo della pallamano, e a nient’altro. Sorride e insiste, scaccia l’emozione che trabocca nelle sue parole, evita lo sguardo dei lodatori.
A 40 anni e 40 partite completate alle Olimpiadi di questo sabato sera, un altro record, vuole vivere il momento presente, il momento olimpico, senza pianificare, senza pensare che sarà l’ultimo. “Voglio solo concentrarmi sulla gara, non sono affatto in modalità addio ed emozione. Voglio stare in campo con i miei compagni e vincere le partite. Voglio solo dire alla gente di lasciarmi in pace con questa cosa. »ha detto con dolcezza qualche giorno prima del primo incontro all’Arena Paris-Sud 6, che riunirà (ore 21) francesi e danesi, indiscutibili maestri della disciplina.
I burattinai del gioco
Appeso agli anelli, Karabatic sa bene che, prima o poi, verrà sopraffatto. Intorno a lui fingiamo l’ordinario. Ma non c’è davvero nulla all’alba di questa prima partita dei Blues. Neppure il calendario che pone subito il suo più grande nemico, la Danimarca, sulla strada dei detentori del titolo, guidati da un altro illustre personaggio prossimo al ritiro, Mikkel Hansen. Francesi e danesi sono i burattinai del gioco. Generalmente si incrociano più tardi, in riva al lago delle medaglie. Finalisti delle Olimpiadi 2016 e 2021, dei Mondiali del 2023, di Euro 2024: raramente sfilano insieme il giorno dopo la cerimonia di apertura.
Ma sarebbe un grave errore leggere il futuro in questo primo confronto al vertice. In un format di competizione che permette slittamenti (le prime quattro di ogni girone si qualificano ai quarti di finale), Guillaume Gille si è affrettato a mettere in prospettiva la portata di questo scontro a nastro tra due nazioni che hanno monopolizzato cinque degli ultimi sette titoli internazionali distribuito dal 2019. “Sarà la prima partita del girone contro un avversario rinomato, che ci permetterà di vedere dove siamo, ma dobbiamo anche costruire il nostro percorso. In nessun caso è questa la partita delle quindici. È molto importante iniziare, ma c’è del lavoro dietro”pone così il selettore.
Fiducia, lucidità e vigilanza
Con solo due amichevoli giocate (una sconfitta contro la Germania, un successo contro i croati), una preparazione molto incentrata sulla fisicità, Dika Mem al rientro dalla partita dopo aver subito una botta al pollice, Nikola Karabatic lasciato a riposo precauzionale al via della settimana, la squadra francese deve calibrarsi e aggiustarsi palla in mano. Questo turno preliminare può essere un campo di espressione perfetto per dare slancio fino alla prima asse, i quarti di finale.
Fiducia, lucidità e vigilanza dovranno dunque guidare i primi passi degli azzurri, vivaci e ambiziosi, ma inevitabilmente molto attesi. E non solo da parte della Danimarca o dell’intero paese. La Svezia, terza agli ultimi Europei e sconfitta dai Blues in semifinale per un gesto irreale di Elohim Prandi, riflette sulla propria frustrazione. La Spagna di Jordi Ribera, medaglia di bronzo a Tokio, finalista di Euro 2022, abbronzata ai Mondiali 2023, vuole dimenticare la disfatta agli Europei dello scorso gennaio (13).
Per una doppietta Euro-JO senza precedenti
Ma la squadra francese sogna la storia, le maiuscole al posto delle parole. Oltre a portare Nikola Karabatic al quarto titolo olimpico, qualcosa che nessun giocatore di pallamano ha mai vinto, i Blues puntano a una doppietta Euro-JO senza precedenti nello stesso anno: “Ci siamo posti questo obiettivo” acquiesce le pivot tricolore, Ludovic Fabregas. “È un’ambizione molto forte, una sfida che sarà difficile da raccogliere, ma abbiamo la volontà di realizzare ciò che non è mai stato fatto prima. » E metti un po’ più di oro nelle grandi cose…
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