Era una speranza, una vera tentazione. “La porta è sempre aperta”aveva fatto scivolare David Ferrer durante la fase a gironi, alla menzione di un possibile ritorno di Rafael Nadal nella selezione. Non più visto in Coppa Davis dall’incoronazione spagnola nel 2019, “Rafa” si annuncia a Malaga per la Final 8 (dal 19 al 24 novembre prossimi) e lunedì il capitano dei sei volte vincitori dell’evento ha sfoggiato un ampio sorriso al momento di raccontare, con grande orgoglio ed emozione, l’evocazione della leggenda. “Sono molto felice di avere Rafa e sono molto orgoglioso di questa squadra e di ciò che è stato ottenuto finora. Spero che potremo portare grande gioia a Malaga”ha consigliato Ferrer, prima di soffermarsi più a lungo sull’emozione della sua selezione, nella quale troviamo anche Carlos Alcaraz, Roberto Bautista Agut, Pablo Carreño Busta, Marcel Granollers. « Se Rafa mi dice che vuole essere al Malaga, so che sarà bello perché è una persona onesta »ha subito chiarito il capitano della Roja.
Perché è stato Nadal a tornare in porta, come aveva suggerito al suo capitano in caso di qualificazione della Spagna all’ultima settimana. “Gli ho parlato (prima della fase a gironi) e mi ha detto quanto non vedeva l’ora di essere lì nel caso in cui la Spagna si fosse qualificata. Una volta ottenuto il biglietto, due giorni dopo, ci siamo riparlati e lui ha ribadito il desiderio di esserci. È stato lui a prendere l’iniziativa e a dimostrare la sua intenzione di prepararsi, la sua motivazione per essere con noi a Malaga”ha spiegato Ferrer.
A 38 anni, dopo aver giocato solo 19 partite dopo l’infortunio all’ileopsoas nel secondo turno degli Australian Open 2023 contro Mackenzie McDonaldquale potrebbe essere il ruolo e il grado di prestazione di Nadal in una sequenza di tre partite (quarti di finale, semifinali e finale) in una settimana di Coppa Davis? Difficile valutarlo. Può giocare in singolo e in doppio?
David Ferrer ovviamente non ha ancora stilato un piano di gioco e attende di giudicare lo stato di forma del maiorchino prima di definire il quadro. Ma il capitano conosce l’uomo e la sua capacità di trascendere se stesso per i grandi eventi, in particolare la Coppa Davis, dove Nadal ha cinque titoli e 29 vittorie in singolo per una sola sconfitta (contro Jiri Novak nel 2004)! “Conto su Rafa per tutto, può giocare in singolo e anche in doppio. E’ un giocatore speciale e diverso che, quando gareggia, è capace di tutto”consiglia Ferrer con entusiasmo.
Fine dell’applauso a Malaga?
Nadal ha ora due mesi rimasti per salire al livello. Fino ad allora, il 154esimo al mondo ha segnato nel suo calendario solo il Six Kings Slam dal 16 al 19 ottobre, un lucroso torneo espositivo in Arabia Saudita, con l’augusta presenza di Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvedev e Holger Runa. Tuttavia, nulla dice che non possa aggiungere una data al programma, come ad esempio il Rolex Paris Masters (dal 28 ottobre al 3 novembre). Tanto per rientrare in configurazione agonistica, lui che da allora non si è più visto sotto i riflettori la sua sconfitta olimpica il 31 luglio, nei quarti di finale di doppioassociato a Carlos Alcaraz.
E poi c’è infine la domanda: questa settimana andalusa di Coppa Davis, con prima un quarto di finale contro l’Olanda, può essere l’ultima della carriera di Rafael Nadal? La scena ovviamente è bella, si presta totalmente e avrebbe senso fermarsi con la maglia della Nazionale sulle spalle. “Andare in pensione è una cosa così personale che non so dire quale sia il momento ideale”Ferrer semplicemente scivolò, con cautela. Negli ultimi giorni neanche Nadal lo sapeva.