« Diciamo quello che abbiamo nel cuore », le spiegazioni del Le Havre ai suoi tifosi dopo la disfatta contro l’OL

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La scena testimonia il periodo molto complicato attraversato dall’HAC. Alla fine di lo schiaffo ricevuto domenica dal Lione (0-4), forti fischi risuonano nello stadio dell’Océane, già sollevato dall’uscita di molti spettatori, e questi fischi seguono quelli già sentiti nell’intervallo quando il punteggio era solo 1-0. Di fronte a questo malcontento, l’allenatore del Le Havre Didier Digard – anche lui fischiato leggermente durante la presentazione delle squadre – e la maggior parte dei giocatori del Le Havre hanno deciso di rivolgersi ai propri sostenitori.

La discussione è durata diversi minuti e, mentre sembrava un momento di disincanto, applausi e un’ovazione hanno concluso uno scambio iniziato con animosità. “All’inizio c’eranoa consenti Digard. Diciamo quello che abbiamo nel cuore, non sempre abbiamo le formule giuste, poi ci confrontiamo e ci rendiamo conto che l’obiettivo è lo stesso per tutti, è la sostenibilità di questo club in L1. È una discussione che abbiamo avuto nel pre-campionato con i tifosi. Sapevamo che sarebbero stati momenti complicati, che dovevamo affrontarli tutti insieme. »

Una “sensazione di aver mollato un po’” per Yoann Salmier

Non aiutato dal calendario, il Le Havre ha già affrontato i quattro club qualificati in Champions League oltre al Lione, impegnato in Europa League. Ma le loro prestazioni, nonostante queste avversità, sono preoccupanti. Domenica il portiere Arthur Desmas ha fallito sul primo gol, la difesa è stata ancora una volta traballante, il centrocampo ha sofferto, quando l’attacco non esisteva e resta con un gol in cinque partite. E il ritorno di André Ayew (66°), contemporaneo agli ingressi di Sabbi e Kouziaïev, non è riuscito a invertire la tendenza.

« Il problema è che appena passiamo all’offensiva diventiamo molto fragili in difesa »riassume Digard, la cui squadra ha una differenza reti di -12. Se ammette che possono essere “a volte” febbrili, il tecnico non dubita della motivazione dei suoi giocatori: “Trovo che parlare di desiderio sia troppo facile, non significhi nulla. Per me non c’è un giocatore che può andare in campo e non averne la voglia. È inconcepibile. »

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