“Come hai vissuto questa serata di gala al Louis-II (in occasione del centenario dell’ASM)?
È stata una serata bellissima, alle 21, quasi da Champions. La coreografia, enorme, la maglia speciale, tutte le leggende presenti, ti fanno venir voglia di giocare per il Monaco! Abbiamo sentito la pressione crescere questa settimana, con tutte queste glorie e questi preparativi, vuoi far parte della festa, e questo richiede necessariamente il risultato, la vittoria. Toccava a noi dimostrarlo.
Abbiamo iniziato bene la partita, abbiamo creato occasioni, poi siamo stati puniti per un errore. Ma siamo rimasti attivi, abbiamo reagito bene. L’ho detto nello spogliatoio dopo la partita, soprattutto noi davanti, dobbiamo facilitare gli altri, semplificare le partite. Tanto di cappello a questa squadra, sono giovanissimi, ogni settimana dimostrano voglia, mentalità, carattere. Quando vediamo gli ingressi di Kassoum (Ouattara), Jordan (Teze), Lamine (Camara) che segna…
L’emozione per il gol di Camara deve essere davvero speciale!
Alla fine sì, è bellissimo, possiamo dire che il film era girato meglio. Ma da attaccante non sono proprio contento, avremmo potuto fare tre, quattro, cinque gol e la festa sarebbe stata migliore, comunque più tranquilla per tutti. Il finale della partita è stato ovviamente positivo, approfitteremo di questo momento.
Non hai ancora segnato in questa stagione. Come stai affrontando questa carenza?
Mi definisco per la prestazione collettiva sul campo, per la vittoria. E’ vero che da attaccante un periodo senza gol fa sempre male. Ma quando crei occasioni, quando sei unito in squadra, come oggi è stato un po’ di più, va bene, la squadra gira. Io non mi metto in mostra, tutti segnano, tutti fanno assist, si festeggia e per il resto si lavora! Non sono troppo preoccupato per il futuro, stiamo producendo occasioni.
Sei stato il passante decisivo in entrambi i gol e, soprattutto, ti abbiamo visto andare molto basso, quasi da trequartista, nel finale di partita…
Molti giocatori mi dicono che può essere anche nella mia posizione. Anche questo allenatore (Adi Hütter) aveva questo schema anche in Germania, mi ha lasciato dietro la coppia Pléa-Thuram, a rotazione. Lui si sentiva come me, volevo restare in campo, mi sentivo bene, e quando ci sono Georges (Ilenikhena) e Balo (Balogun) sono un po’ quello di vecchio, con Zak’, dietro, che mi conosce bene. Lo vediamo sul secondo gol, Zak sa che mi piacciono questi palloni, mi facilita il lavoro. »
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