Dopo l’eliminazione al 3° turno degli US Open, quali sono le peggiori sconfitte di Novak Djokovic nel Grande Slam?



Da quando è diventato mostruoso nel 2011, Novak Djokovic ha aggiunto 23 titoli del Grande Slam a quello vinto agli Australian Open 2008. In questo periodo di tredici anni, gli era capitato solo due volte (Wimbledon 2016, Australian Open 2017) di non iscriversi. la seconda settimana di un torneo Major. Questo è il motivo il suo fallimento, venerdì, contro Alexei Popyrindal terzo turno degli US Open (6-4, 6-4, 2-6, 6-4), è un evento davvero notevole.

Il serbo aveva perso solo una volta contro un giocatore di classifica inferiore all’australiano (28esimo), a Flushing Meadows, quando giocava il suo primo US Open ed era solo un adolescente (contro Fernando Verdasco, allora 48esimo, nel 2005). Ecco una top 5 soggettiva delle sue battute d’arresto più inaspettate (esclusi abbandoni o squalifiche) negli Slam, dal 2011 a oggi.

L’uzbeko Denis Istomin non sembra una minaccia molto seria per Novak Djokovic. 33esimo al mondo cinque anni prima, ora è solo 117esimo, a 30 anni, e, prima di questo Australian Open, è rimasto sei mesi senza vincere un torneo. Ma mentre è nel pieno del successo e moltiplica i colpi vincenti, Djokovic, si confonde. Il serbo ha appena vinto il torneo di Doha ma è in acque agitate a livello di motivazioni, a pochi mesi dal completamento della sua collezione Slam vincendo finalmente il Roland-Garros. È scomparso al secondo turno a Melbourne e ci sono voluti cinque mesi per riconquistare un titolo.

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Nessuno si preoccupa per Novak Djokovic prima di questo quarto di finale contro un italiano allora più conosciuto per le storie di partite truccate che per il suo livello di gioco, nonostante un superbo rovescio a una mano. Cecchinato (72° ATP) non aveva mai completato un turno del Grande Slam prima di questo Roland-Garros ma è in stato di grazia e Djokovic è in difficoltà in questa prima metà del 2018. Nonostante tre palle del pareggio con due set pari, ha finito perdere con sorpresa di tutti, cosa che gli ha causato un’immensa frustrazione. Si precipita in una sala stampa adiacente e fa la sua conferenza post partita, furioso.

Forse la sconfitta nel contesto più vicino a quella subita da Novak Djokovic venerdì a Flushing Meadows. Il serbo ha appena compiuto un’impresa che inseguiva da tempo: vincere finalmente il Roland Garros e aver così vinto almeno una volta tutti i titoli dello Slam. Felicità immensa ma decompressione istantanea e motivazione personale più vaga. Probabilmente come dopo essersi finalmente messo al collo la medaglia d’oro olimpica che sognava? Come Popyrin, Querrey non è un totale sconosciuto ai massimi livelli e ha già dimostrato la sua capacità di infastidire i grandi. Sul prato di Wimbledon, domina un Djokovic senza brillare brillantemente troppo dentro.

58esimo ATP a 21 anni, velocissimo e potente nelle gambe, il giovane coreano Chung Hyeon ha sicuramente mostrato un tennis tonificante e solido fin dall’inizio del torneo, ma da lì all’eliminazione in tre set di Novak Djokovic per aprire le porte al quarti di finale degli Australian Open, c’è stato un passo che nessuno immaginava avrebbe fatto. Ma il serbo, idolo di Chung, versa in situazioni fisiche difficili e non riesce a trovare una soluzione. Dirà addirittura che il suo avversario gli sembrava somigliante ad un muro. Ha poi mostrato un livello di gioco molto basso durante i suoi due tornei successivi, iniziando a Indian Wells (Taro Daniel) e poi a Miami (Benoît Paire).

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Anche se Alexei Popyrin ha cambiato dimensione vincendo all’inizio di agosto, a Montreal, il suo primo Masters 1000 (piuttosto anonimo, in piena Olimpiade), l’australiano (oggi 28esimo al mondo) resta un giocatore irregolare, capace di perdere nettamente contro Gaël Monfils due giorni dopo il suo titolo canadese, e addirittura di perdere, qualche settimana prima, contro il francese Ugo Blanchet (161° ATP) ad Amburgo. Ma il suo stile di gioco aveva già infastidito un po’ il serbo negli ultimi duelli e, soprattutto, quest’ultimo ha mostrato una notevole mancanza di freschezza mentale, che, unita ad un livello di servizio deplorevole (14 doppi falli, cinque break presi) ha causato di subire una battuta d’arresto che, ha detto, sentiva stava arrivando.



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