Dovremmo modificare geneticamente alcune piante per cambiarne il colore?


Secondo un team di ricercatori con sede in Danimarca, cambiare il colore delle colture attraverso la genetica potrebbe rendere più facile individuare le erbacce. L’obiettivo è ridurre l’uso di pesticidi.

Rendi più facile il diserbo

Ricordiamo innanzitutto che il termine “pesticida” comprende qualsiasi prodotto chimico che utilizziamo per il trattamento o la protezione delle piante. Esistono tre diverse categorie: fungicidi (contro i funghi), insetticidi (insetti) ed erbicidi (erbacce). Sebbene gli effetti sull’ambiente siano molto preoccupanti, i pesticidi possono anche mettere in pericolo la salute umana (ad esempio il cancro). In una pubblicazione del 2023, anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha sollevato la questione livelli di residui in alcuni prodotti cibo.

Ridurre la quantità di pesticidi in agricoltura è quindi una necessità e un team dell’Università di Copenhagen (Danimarca) lo capisce molto bene. Il loro lavoro pubblicato sulla rivista Tendenze nella scienza delle piante il 17 aprile 2024 suggeriscono che il modifica dei colori delle colture mediante genetica potrebbe essere una valida alternativa.

Gli scienziati suggeriscono che i genomi delle colture potrebbero essere modificati in modo che possano esprimere determinati pigmenti come gli antociani o i carotenoidi che conferiscono i loro colori rispettivamente ai mirtilli e alle carote. L'obiettivo è semplice, perché si tratta di generare colture visivamente molto diverse dalle erbe incolte semplificare il compito dei robot nell'avvistare le erbacce. In definitiva, questo approccio dovrebbe consentire di ridurre l’uso di pesticidi.

pesticidi
Crediti: Aqua Mechanical / Flickr

Un'altra straordinaria utilità

I ricercatori danesi vanno oltre nella loro idea sottolineando questo aspetto questo metodo diventerà inevitabile in futuro, con lo sviluppo di erbe infestanti geneticamente modificate che prima erano considerate dannose. Lo studio fornisce l'esempio della gallina grassa (Album Chenopodio), un'erbaccia coltivata da tempo in Asia per le sue proprietà nutritive e che è anche resistente al riscaldamento globale. Da qualche tempo è presente anche in Europa. Tuttavia, alcuni scienziati mettono in dubbio l’importanza di modificare la gallina grassa per renderla una nuova coltura sostenibile. In questo caso specifico, l'unico modo per differenziare la pianta migliorata dalla sua controparte selvatica sarà il suo colore che sarà stato precedentemente ottenuto tramite modificazione genetica.

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Secondo un recente rapporto della FAO, sono stati compiuti progressi a livello globale verso l’obiettivo di sradicare la fame. D'altro canto, la minaccia resta presente in un contesto di inflazione dei prezzi soprattutto dei prodotti alimentari del riscaldamento globale. L’idea dei ricercatori danesi punta quindi a questo sostenere la sicurezza alimentare globale e la tutela dell’ambiente nei prossimi decenni, che per molti aspetti sono ancora incerti.





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