Se vi diciamo che nella staffetta della maratona mista, questo nuovo appuntamento del calendario sportivo in programma mercoledì alle 7.30, la parte più dura forse è la sosta, gli iscritti esplodono. Inventato per aggiungere diversità e far passare più o meno agevolmente il ritiro dei 50 km, questo format su 42,195 km, dove un uomo e una donna correranno due gare di 10 km ciascuna (11,45 km per la 1a staffetta e 10,745 km per la 4°), propone una sfida unica nell’atletica leggera, ovvero quella di concatenare due intense prestazioni di resistenza fisica a distanza di circa quaranta minuti l’una dall’altra.
“C’è un lato entusiasmante perché è una nuova disciplinail giudice Pascal Chirat, responsabile della marcia presso la Federazione francese di atletica leggera (FFA). Ma fa anche riflettere molto su come preparare i nostri atleti in modo che siano bravi in entrambe le staffette e in particolare nella seconda. Come li occupiamo tra le due staffette, come recuperiamo, come li prepariamo nuovamente per la seconda staffetta? »
Una pausa destabilizzante
Anche se i 10 km saranno ovviamente percorsi a ritmi più veloci rispetto ai 20 km, la distanza a piedi tradizionale, la sfida sarà principalmente in questo ritmo per ogni atleta tra due staffette. “Venendo dai 35 km, non ho più questa abitudine di impegnarmi a lungo e di uscire con una sensazione latticaspiega Aurélien Quinion, 9° nella 20 km alle Olimpiadi della scorsa settimana e che sarà il primo corridore azzurro. Non è uno sforzo che mi ha scioccato. La cosa difficile è ricominciare un po’ come una serie di serie, semifinali e finali, ma più ravvicinate. » “È un formato molto particolare perché c’è questo taglioconclude Clémence Beretta, che sarà la seconda tedofora francese. E’ quasi più dura di una ventina di chilometri perché c’è questa pausa da gestire. »
Per questo lo staff francese ha cercato di pensare a tutto in modo che ciò avvenisse « rottura » il passaggio tra le due gare non è poi così complicato in quanto dovrai gestire anche i tradizionali pericoli del camminare, come i box. “Abbiamo previsto un intero protocollo con recupero attivo inizialmente per purificare il corpo dalle scorie (jogging, ciclismo), spiega Chirat. Poi passiamo a qualcosa di molto calmo per abbattere le emozioni. A seconda del tempo, sono previste anche strategie per raffreddare la temperatura corporea interna. E infine una riattivazione per preparare l’atleta a ripartire, soprattutto per i primi due chilometri che spesso rappresentano uno shock per il fisico. »
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