Circa 60.000-70.000 anni fa si verificò un evento importante nella storia umana: parte della popolazione dell’Homo sapiens lasciò l’Africa. Questo episodio avrà segnato l’inizio di un’ondata migratorians che hanno modellato il corso della nostra evoluzione. Tuttavia, nonostante l’importanza di questo periodo, permangono molte zone grigie riguardo al destino di questi primi esseri umani. Grazie ad una combinazione unica di prove, gli scienziati sono stati recentemente in grado di far luce su alcuni di questi enigmi.
Le prime migrazioni dall’Africa
Prove crescenti suggeriscono che la colonizzazione dell’Eurasia da parte dell’Homo sapiens non fu un processo lineare. Le scoperte fossili e archeologiche supportano questa idea diverse migrazioni ebbe luogo al di fuori dell’Africa, estendendosi dalla fine del Pleistocene medio al Pleistocene superiore. Queste migrazioni hanno lasciato tracce anche nel genoma di Neanderthal che testimoniano gli incroci avvenuti quando l’uomo raggiunse l’Eurasia.
Le prime migrazioni furono probabilmente accompagnate da contrazioni ed estinzioni di popolazione, ma un’ondata successiva si interpose nel mezzo circa 70.000 e 60.000 anni fa in precedenza, avrebbe infine portato alla riuscita colonizzazione dell’Eurasia da parte degli antenati di tutti i moderni non africani. Sembra quindi che si sia verificata una colonizzazione stabile ed estesa dell’Eurasia circa 45.000 anniderivante da molteplici espansioni demografiche associate a vari progressi tecnologici nella produzione di utensili in pietra.
Osserviamo quindi a intervallo temporale di circa 20.000 anni tra l’uscita dell’Homo Sapiens dall’Africa (circa 70.000-60.000 anni fa) e la colonizzazione stabile dell’Eurasia occidentale e orientale (circa 45.000 anni fa). Tuttavia, i dettagli sulla posizione geografica e sulle caratteristiche genetiche di questa popolazione rimangono poco conosciuti.
L’altopiano persiano come crocevia dell’Homo Sapiens
In un lavoro recente, i ricercatori hanno combinato prove genetiche e modelli paleoecologici per dedurre la posizione geografica che fungeva da hub per la nostra specie durante le prime fasi della colonizzazione dell’Eurasia. Sembra che le popolazioni di Vassoio persiano portano una componente di ascendenza che corrisponde strettamente alla popolazione che si stabilì nell’Hub dall’esterno dell’Africa.
Utilizzando dati paleoclimatici, i ricercatori hanno anche costruito modelli ecologici che dimostrano che l’altopiano persiano era effettivamente adatto all’occupazione. Situata a est dei Monti Zagros nell’attuale Iran, così come in Afghanistan e Pakistan, la regione era circondata dal Mar Caspio, dal Golfo Persico e dal Mediterraneo, rendendola un luogo ideale per lo sviluppo umano. La regione avrebbe potuto effettivamente sostenere una popolazione più numerosa rispetto ad altre parti dell’Asia occidentale, rafforzando così questa affermazione. Inoltre, la sua posizione geografica strategica lo ha reso un punto di partenza ideale per successive ondate migratorie.
Se dovessimo credere a queste opere, l’altopiano persiano lo avrebbe fatto è stata la dimora dei nostri antenati per circa 20.000 annifornendo rifugio e un luogo in cui svilupparsi prima della loro dispersione in tutta l’Eurasia e oltre.
Queste nuove scoperte gettano luce preziosa sulla storia antica dell’umanità, evidenziando al contempo le complessità delle migrazioni dall’Africa. Arricchiscono la nostra comprensione delle interazioni tra diverse popolazioni umane e sottolineano il ruolo centrale dell’altopiano persiano in questi movimenti. Continuando a esplorare questa regione storicamente ricca, i ricercatori sperano di colmare le lacune rimanenti, rivelando maggiori dettagli sull’evoluzione della nostra specie e sulle sue migrazioni in tutto il mondo.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Comunicazioni sulla natura.
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