Costruire una base sulla Luna dopo il 2030 sarà quasi impossibile se gli astronauti non riusciranno a procurarvi l’acqua. In Cina, tuttavia, i ricercatori hanno trovato un modo per risolvere questo problema attraverso una reazione tra la regolite lunare e l’idrogeno endogeno per formare vapore acqueo.
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Acqua essenziale per le basi lunari
Mentre diverse agenzie spaziali prevedono di farlo costruire una base sulla LunaDi molti problemi devono essere risolti, in particolare il problema dell’acqua. Nel luglio 2024, l’Accademia cinese delle scienze ha rivelato la presenza di cristalli minerali idrati nei campioni lunari, il cui contenuto di acqua raggiunge il 40%. Sebbene la presenza dell’acqua sulla Luna sia nota da molto tempo, questo lavoro ha portato nuovi spunti nella comprensione dell’argomento.
Lo riferisce l’agenzia di stampa Notizie il 22 agosto 2024, questi stessi ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze hanno pensato a a soluzione per sfruttare quest’acqua. Gli scienziati evocano infatti una reazione tra la regolite lunare e l’idrogeno endogeno. L’obiettivo a lungo termine è quello di perpetuare la presenza delle prime basi lunari permanenti, in particolare della Stazione Internazionale di Ricerca Lunare (ILRS) che sarà oggetto di un programma congiunto tra Cina e Russia (vedi sotto).
Acqua sufficiente ogni giorno per cinquanta persone sulla Luna
Dovresti sapere che l’acqua della Luna si trova in gran parte in forma ossidrile (OH), creato dall’interazione del vento solare e dell’ossigeno presente nella regolite (suolo lunare). Si trova un’altra parte di quest’acqua sotto forma di ghiaccio nei cosiddetti crateri dell’oscurità eterna. Tuttavia, nel primo caso, la regolite contiene troppo poco idrossile convertibile in acqua tra 0,0001% e 0,02%. Nel secondo caso si tratta di una miscela di ghiaccio del cratere e regolite che forma strati sotto la superficie.
Secondo le analisi, il concentrazioni di acqua più elevate si trovano nell’ilmenite (FeTiO3), un minerale di ossido di ferro e titanio presente nella regolite lunare. A seguito di questa osservazione, gli scienziati hanno effettuato alcuni esperimenti che hanno permesso di concludere che i minerali della Luna sì utilizzato per produrre acqua in loco.
Il processo immaginato prevede l’uso di specchi concavi per riscaldare la regolite lunare a temperature superiori a 1000°C. Ciò comporterebbe la formazione di cristalli di ferro e bolle d’acqua nel materiale che alla fine verranno rilasciati sotto forma di vapore. Secondo i risultati, il metodo recupererebbe approssimativamente un centinaio di bottiglie d’acqua da 500 ml per una tonnellata di regoliteovvero il consumo quotidiano di acqua potabile per circa 50 persone.
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