“Il tuo ex vice Pierre Alonzo è morto. Qual è la tua sensazione?
(Taglia) Sono molto commosso, Pierre era una persona che significava molto per me. Fu lui a reclutarmi nel 1977-1978 al PSG come responsabile dell’allenamento con Thierry Morin, Jean-Marc Pilorget e François Brisson. Ci ha accolto e ci ha consigliato. È stato lui a farmi giocare la mia prima partita da professionista. Era contro Nancy e ho ricevuto un rigore (Il PSG ha vinto 2-1). A lui devo la mia carriera, se non lo avrò al mio fianco non otterrò ciò che ho ottenuto. Fa parte della mia storia, non lo dimenticherò mai. Mi ha aperto la porta e non volevo deluderlo.
È stato per te una specie di padre spirituale?
Era il papà che non avevo. È stato il primo che ho chiamato quando ho iniziato la mia carriera da allenatore all’AS Cannes (1993-1994)poi è venuto con me al PSG e poi all’Athletic Bilbao (1996-2000). Non mi ha mai tradito, ha sempre mostrato umiltà, semplicità e gentilezza. Ha dato buoni consigli. Ricordo che quando ho iniziato da giocatore mi disse: ‘rimani quello che sei e fai quello che devi fare’. Era un allenatore numero uno.
Come ti ha influenzato?
Con lui ho capito l’importanza dell’aspetto umano. Era come Carlo Ancelotti, fortissimo in questo settore. Sapeva tirare fuori la quintessenza dei giocatori, era la prima delle sue qualità. »
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