“Eravamo tutti presi” (Fiamma Olimpica)



“Ti aspettavi, quando hai immaginato il bacino, un tale entusiasmo?
È un’onda enorme che non potevo assolutamente aspettarmi e che non era affatto pianificata. Avevamo pensato al metodo del riciclo, non eravamo in un’ottica di sostenibilità. L’idea viene davvero dai visitatori. Eravamo tutti coinvolti. Sono aperto al fatto che rimanga e venga studiato, ma tutto dipende in quale forma, in quale luogo e in quali condizioni. Il principio della fiamma olimpica è che si spegne alla fine dei Giochi.

“Se non possiamo mantenere la fiamma, non possiamo semplicemente conservare un ricordo vibrante che rimanga nella nostra mente piuttosto che una reliquia esposta alla pioggia? »

Se non può più essere acceso, ciò riduce lo scopo di mantenerlo?
Per me la domanda principale è questa. Se non riusciamo a mantenere la fiamma, non possiamo semplicemente conservare un ricordo vibrante che rimanga nella nostra mente invece di una reliquia su cui pioverebbe? Possiamo anche immaginare una via di mezzo: la fiamma non c’è più ma manteniamo un gioco di luci, in modo che possa continuare a decollare di tanto in tanto ma non tutte le sere. Devi tenere presente che ogni decollo è un’avventura. Non è solo un pulsante dove premi e tutto diventa facile. È come una grande barca che va in mare. Hai bisogno di persone che controllino il tempo in tempo reale, per disancorare tutto ciò. È un oggetto vivo di cui bisogna prendersi cura.

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C’è anche la questione della posizione…
Ci sono discussioni, il sindaco di Parigi ha rivolto la richiesta a Emmanuel Macron. Il luogo partecipa a questo entusiasmo e a questa adozione. Perché è un giardino fantastico ma anche perché la sua storia ha un senso in relazione al pallone. Fu alle Tuileries che avvennero i primi voli in mongolfiera e che, per la prima volta, volarono gli esseri umani. Questo contesto contribuisce a questo piccolo miracolo.

“Ha trovato una collocazione quasi evidente quando lo vedi sorgere la sera”

Cosa ne pensate della fattibilità tecnica?
Questa è la prima volta che realizziamo un calderone olimpico volante, quindi siamo già a una piccola impresa tecnica. Grande cura è stata posta in tutte le fasi della progettazione, ma questa è la prima volta. Tra le prime mongolfiere e quelle di oggi le cose si sono evolute. Ogni giorno che passa ci porta nuove informazioni. Questo non è qualcosa che è stato progettato fin dall’inizio per essere installato per un centinaio di anni.

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Se si troveranno soluzioni, pensa che possa diventare una nuova Torre Eiffel, che avrebbe dovuto essere temporanea quando è stata eretta?
Il potenziale è enorme ma non avrei mai la pretesa di paragonarlo alla Torre Eiffel. Questo bacino ci dice un’altra cosa, è in movimento, leggero per natura, in movimento perché a seconda delle condizioni potrebbe non seguire la rotta dell’aria. Anche lei è simpatica, perché non è una torre immutabile che resisterà a secoli e secoli e racconta proprio questa, la nostra condizione di un mondo che, a volte, è fragile e di cui bisogna prendersi cura. Ha trovato una collocazione quasi ovvia quando la vediamo sorgere la sera, quando vediamo vicino il Louvre, quando gioca con lo scintillio della Torre Eiffel. Racconta qualcosa di Parigi che forse mancava. »



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