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La 107esima edizione del Giro d'Italia prevederà due prove a cronometro, la prima collinare di 37,2 km, la seconda completamente pianeggiante di 31 km, un settore sterrato di 12 chilometri delle Strade Bianche a partire dalla fine della prima settimana e sei arrivi a dislivello per un percorso equilibrato secondo i desideri degli organizzatori ma sufficientemente impegnativo da permettere a Tadej Pogacar di mettersi in luce.
1° tappa: Venaria Reale – Torino (143 km)
Una prima tappa breve ma impegnativa: ecco cosa attende i corridori alla partenza di questa 107esima edizione del Giro. Se i primi chilometri consentono una partenza dolce, la seconda parte, che inizierà dopo la salita della Superga, offrirà un finale frastagliato. Il Colle della Maddalena potrebbe essere teatro dei primi battibecchi tra capolista, prima di ridiscendere a tutta velocità verso Torino. Pogacar sarà tentato di imitare la prestazione di Van der Poel nel 2022 puntando alla prima maglia rosa alla sua prima partecipazione? L'idea deve piacergli.
2° tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa (161 km)
Chiaramente i corridori non avranno tregua alla partenza del Giro. Seconda tappa e già un primo arrivo in vetta, e non meno importante. Dopo una prima parte di corsa senza rilievi, il gruppo si avvierà verso il santuario di Oropa, sulle tracce del “Pirata”, Marco Pantani, strepitoso vincitore nel 1999. I 12 km di salita al 6% sono da sempre sinonimo di spettacolo con le Alpi Biellesi sullo sfondo. Un arredamento che i grandi nomi probabilmente non avranno il tempo di apprezzare.
3e étape : Novare – Fossano (166 km)
Lascia andare le bestie feroci vicino a Fossano! Dopo due giorni difficili, favorevoli agli scalatori-pugni, questo terzo arrivo dovrebbe vedere il trionfo del corridore più veloce. Il gruppo attraverserà la pianura padana, prima di un finale normalmente promesso ai velocisti e saranno tanti. Gli ultimi venti chilometri, più o meno collinari, potrebbero disturbare i diversi treni: tutte le sorprese sono possibili! Sarà questa l'occasione, di passaggio, per conquistare i primi grandi punti per la maglia ciclamino.
4a tappa: Acqui Terme – Andora (190 km)
Lasciate stare tranquilli i velocisti frustrati del giorno prima, avranno l'opportunità di aggiustare il tiro questo martedì. Prima di dare il massimo, i grossi cosci dovranno prima superare il passo del Melogno a metà gara, favorevole per l'inizio di una grande fuga, prima di scivolare giù verso Savona. Da lì in poi le immagini dovrebbero essere splendide lungo la Via Aurelia che costeggia il Mediterraneo. In caso di sprint di massa, solo Capo Mele, l'ultima (breve) salita della giornata, potrebbe vedere annientate le chance di alcuni velocisti.
5a tappa: Genova – Lucca (179 km)
Mai due senza tre, gli specialisti della velocità dovrebbero rifarsi in sponda lucchese. Aspetto simile al giorno prima con una sola difficoltà all'inizio della via e al Passo del Bracco, il tutto continuando a seguire il Mediterraneo. Lo sprint intermedio di Camaiore seguito dalla salita di Montemagno potrebbero dare un po' di pepe al finale. La gerarchia dei velocisti in questo Giro dovrebbe essere più chiara al termine di questo arrivo.
Tappa 6: Torre del Lago Puccini – Rapolano Terme (180 km)
Sugli sterrati le speranze di vittoria di alcuni leader rischiano di ridursi in polvere. Il finale di questa sesta tappa, che assomiglia alle Strade Bianche, sarà giudicato a meno di 30 km da Siena, città d'arrivo della classica italiana. Di quest'ultimo verranno utilizzati i settori Vidritta e Bagnaia oltre ad un terzo nuovo tratto. Un terreno sul quale Tadej Pogacar ha già dimostrato di non avere eguali quest'anno… Riusciranno ancora questi sentieri bianchi a sconvolgere la corsa alla maglia rosa?
7a tappa: Foligno – Perugia (38,5 km, cm s.l.m.)
Cambio di marcia il giorno dopo una tappa ad alto rischio. È nel cuore dell'Italia, ai piedi del capoluogo umbro, che gli specialisti della ginnastica cronometrata potranno esprimersi. Soprattutto nella prima parte, pianeggiante e scandita da piccole curve dove le ripartenze faranno male. Ma i corridori dovranno tenere qualcosa sotto il pedale per evitare di cadere sulla salita finale verso Perugia.
8° tappa: Spoleto – Prati di Tivo (153 km)
I tecnici di casa saranno sicuramente presenti al via di questa ottava tappa, piuttosto breve ma che si preannuncia intensa nel cuore dell'Appennino. Non un metro di piatto nel menù del giorno che possa sorridere ad una fuga. I corridori inizieranno in salita con la Forca di Cerro, seguita da Forca Capistrello prima della Croce Abbio. Una lunga e rapida discesa e già in vista si intravedranno i piedi della salita finale, i Prati di Tivo. Un passaggio regolare di 14 km al 7% che dovrebbe vedere un trionfo fuggitivo, a meno che la capolista non preferisca farsi carico di sé.
9a tappa: Avezzano-Napoli (214 km)
Dopo otto estenuanti giorni di gare, questa giornata prima di un giorno di riposo promette di essere tutt'altro che facile. La prima parte, in discesa, verrà percorsa a tutta velocità lungo l'autostrada Sora-Cassino per raggiungere le sponde del Mar Tirreno. I corridori avranno poi il tempo di vedere avvicinarsi l'infuocato finale che li attende ai piedi del Vesuvio. Negli ultimi 40 chilometri, la sequenza di Monte di Procida, Pozzuoli e Posillipo potrebbe sorridere agli audaci che vorrebbero raggiungere da soli Via Caracciolo.
10° tappa: Pompei – Cusano Mutri (142 km)
Attenzione alle false partenze all'inizio della seconda settimana, i corridori non trarranno alcun beneficio dal lasciare le loro canne in hotel. L'organizzazione è stata comunque indulgente nell'offrire loro la possibilità di rientrare nei primi chilometri. Ma superato il Camposauro e la sua discesa, la strada continuerà a salire con la Bocca della Selva e i suoi 18 km al 6%. L'opportunità per gli sfortunati della prima settimana di ricevere il loro primo bouquet.
11e étape : Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare (207 km)
Nuova opportunità per i re della velocità. Questa tappa è divisa in due parti, la prima abbastanza collinosa che permetterà a pochi intrepidi in cerca di libertà di salpare. Ma dopo Casacalenda, il gruppo lascerà gradualmente alle spalle l'impegnativo massiccio appenninico per raggiungere regioni meno ostili e il mare Adriatico. Gli ultimi 80 chilometri sono completamente pianeggianti e dovrebbero permettere ai treni dei velocisti di organizzarsi per giocarsi la vittoria. Attenzione alla doppia virata di 90 gradi poco distante dal traguardo: per vincere bisognerà giocare piazzati!
12a tappa: Martinsicuro-Fano (190 km)
Questa è una fase che dovrebbe far venire l'acquolina in bocca ai viaggiatori con lo zaino, a patto che abbiano ancora abbastanza per affrontare ciò che li attende. Cioè ben dieci muretti disseminati regolarmente negli ultimi due terzi della gara. Nello stile di una classica corsa delle Ardenne, non bisogna abusare delle proprie forze e aspettare il momento giusto per passare all'offensiva, con il rischio di pagarlo più avanti nella gara. La chiave di questo gioco di poker bugiardo è un successo prestigioso.
Tappa 13: Riccione-Cento (179 km)
Anche se le tappe di transizione non sembrano più essere necessarie nei Grandi Giri, questa giornata ha tutte le attrattive. Dalle spiagge di Riccione alla Pianura Padana, e ai suoi lunghi rettilinei intervallati solo da qualche rotonda, i deragliatori non vanno stressati eccessivamente. Dovresti essere tanto coraggioso quanto spericolato per gettare le tue forze in una battaglia a lunga distanza con il plotone che sembra perduto in anticipo. Ma attenzione, una tappa tranquilla spesso riserva uno sprint tempestoso…
14e étape : Castiglione delle Stiviere > Desenzano del Garda (31,2 km, c.l.m.)
Per un giorno il paese di Castiglione delle Stiviere si trasformerà in una base di lancio di razzi. Su un percorso molto ondulato, senza reale dislivello, gli specialisti dello sport dovrebbero dirigersi a tutta velocità verso il Lago di Garda. Questa seconda e ultima volta è l'ultima possibilità per gli amanti dello sforzo solitario di esprimersi. Per i corridori generalisti meno a proprio agio con l'allenamento, si tratterà di limitare i danni prima del bouquet finale dei giorni successivi.
Tappa 15: Manerba del Garda – Livigno (220 km)
Aspettateli ovunque: 220 terminal per 5.300 m di dislivello: insomma, un cantiere a tutti i livelli. La giornata inizierà molto presto con la sequenza di Lodrino e San Zeno come antipasto. Poi è tempo di cose serie al Mortirolo. Questo passo, il cui nome deriva, secondo la leggenda, da una sanguinosa battaglia tra Carlo Magno e le truppe longobarde, potrebbe essere teatro dei primi scontri tra condottieri. Al termine della discesa la strada continuerà a salire fino a Livigno, stazione di arrivo. Completare questa fase sarà già una vittoria.
Tappa 16: Livigno – Santa Cristina Valgardena (202 km)
Cosa c'è di meglio dopo una giornata di riposo che affrontare lo Stelvio. I corridori apriranno le ostilità con questa salita leggendaria. Raggiungeranno lentamente il punto più alto di queste tre settimane (2.758 m) dopo due ore di corsa. Seguirà una lunga discesa per presentarsi ai piedi delle salite finali lunghe e abbastanza irregolari. Le ultime pendenze sono intorno al 16%, il fresco sarà fondamentale per sperare di alzare le braccia.
Tappa 17: Selva di Val Gardena – Passo Brocon (159 km)
Questa è la tappa regina con cinque salite elencate. Una salita inizia con il passo Sella. I suoi pendii ripidi dovrebbero consentire ad alcuni giocatori offensivi di scappare. Poi arrivano le salite di Rolle, Gobbera, poi Brocon. Una discesa via Castello Tesino e ancora, ancora il Brocon (12 km al 6%), ma questa volta su una pista nuova e più impegnativa. Un menù abbondante che dovrebbe soddisfare l'appetito degli alpinisti non ancora vittoriosi.
18ª tappa: Fiera di Primiero – Padova (171 km)
Terzo giorno di riposo di questo Giro, finalmente ancora in bici. A differenza dei giorni precedenti la tappa non presenta particolari difficoltà, a meno che il vento non decida diversamente. In leggera pendenza nella prima metà fino a Carpen, il percorso si livella gradualmente avvicinandosi all'entroterra veneto. Uno sprint sembra inevitabile. Il finale urbano bisognerà collocarlo negli ultimi chilometri per non veder volare via una delle ultime occasioni di trionfo.
19e étape : Mortegliano – Sappada (157 km)
Un profilo che ricorda quello del giorno prima ma in maniera completamente invertita. Quindi, ovviamente, questo rende la questione più complicata. I corridori saliranno in crescendo dopo la partenza da Mortegliano al Passo Duron, un muro di 4 km al 10% con passaggi al 18%. Solo la breve Sella Valcalda separerà poi il gruppo, o ciò che ne resta, dalla salita finale verso Sappada. Le squadre di testa avranno senza dubbio bisogno di respirare e potrebbero lasciare qualche merito a un gruppo di avventurieri piuttosto ispirati.
20e étape : Alpago – Bassano del Grappa (181 km)
Se ne avete ancora qualcuno, è ora o mai più, signori! Penultima tappa che completa il bouquet di montagna. Una volta non è consuetudine, l'arrivo non verrà giudicato in vetta. Dopo una partenza facile, i corridori dovranno scalare non una, ma ben due volte il Monte Grappa attraverso la pista Semonzo (18 km all'8%), prima di ridiscendere verso l'arrivo. Sarà questa terra di battaglie durante la Grande Guerra, testimone dei trionfi di Bartali e Quintana, a incoronare il vincitore di questo Giro.
21a tappa: Roma – Roma (125 km)
Per il secondo anno consecutivo, il sesto nella storia del Giro, la capitale italiana ospita il Grande Arrivo. Il gruppo sfilerà per la prima volta verso il Mar Tirreno sulle note della Dolce Vita dopo tre settimane difficili. Non appena vedremo l'azzurro dell'acqua, dovremo voltarci verso Roma e il suo circuito urbano (6 giri da 13,6 km) che dovrebbe offrirci una gara competitiva. Un ultimo ballo come epilogo di questa bella edizione del Giro d'Italia.
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