Honda e Alpine non sono riuscite a rispettare il limite di budget della FIA



Ti è piaciuta la saga della mensa Red Bull nel 2021? Potresti goderti l’affare Honda e il suo motore 2026, a condizione che i tuoi neuroni siano ben collegati e il tuo cervello sia fresco. La Formula 1 è diventata una disciplina kafkiana in cui diventa difficile rimanere in pista poiché i colpi di scena amministrativi sono così complessi e numerosi. Gli steward, durante i Gran Premi, devono ora mettere in campo tesori di argomentazioni legali per giustificare la minima delle loro decisioni.

Nel 2021, la squadra di Max Verstappen aveva superato i 140 milioni di dollari consentiti per la spesa totale della sua squadra. Ha poi cercato di invocare la buona fede riguardo ai costi della mensa che, alla Red Bull, sono gratuiti per i dipendenti. Fallimento sul momento per gli austriaci condannati ad una multa e ad una penalità in galleria del vento. Questo autunno del 2021, tuttavia, ha permesso al grande pubblico di familiarizzare con questa regola del costcap, messa in atto durante l’era Covid sotto la presidenza di Jean Todt.

Una nuova restrizione per i produttori di motori

Il comunicato stampa di questo mercoledì porta alla luce un’altra norma della FIA intesa a contenere le spese e questa volta riguarda i produttori di motori. Per la stagione 2023, tutte e dieci le squadre erano in porta. Non Honda e il lato motore di Alpine. Per i nuovi blocchi che vedranno la luce nel 2026, i produttori di propellenti sono infatti tenuti a contenere le spese. È quindi necessario tenere un conto preciso di chi fa cosa, per quanto tempo e per cosa. Poiché i motori attuali non sono soggetti a queste restrizioni, gli ingegneri dovranno limitare il proprio orario di lavoro per quello del 2026 per cercare di offrire un modello all’altezza della concorrenza.

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Honda e Alpine, invece, a quanto pare non hanno riempito questa scatola formale, dimenticandosi di separare il lavoro da quello degli altri. Un dettaglio che vale una tiratina d’orecchi ad entrambe le squadre. Ma niente di più. Uno scatto d’avvertimento, « vista la complessità delle nuove regole », invoca anche il comunicato della Fia. La Honda, che tra due anni diventerà il produttore dei motori dell’Aston Martin, non sarà quindi penalizzata. Per il costruttore francese la punizione è già arrivata. Luca de Meo, direttore generale della Renault, ha già annunciato quest’estate di voler separarsi dal suo gruppo motore di Viry-Châtillon, anche se ha poi ricordato che la sua decisione definitiva non è stata ancora presa. Entrambe le squadre dovrebbero farla franca con una multa se accettano di dichiararsi colpevoli. E poter continuare ad andare in mensa



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