I ricercatori dell’Università di Kyushu in Giappone hanno fatto una scoperta preoccupante: le mosche blu, conosciute anche come mosconi, sono state identificate come portatrici del virus dell’influenza aviaria. Questi insetti sono stati trovati nella città di Izumi, un sito importante per le gru selvatiche durante la stagione migratoria invernale. Questa scoperta potrebbe indicare una nuova via di trasmissione del virus, sollevando domande urgenti su come contenere questa minaccia per la fauna selvatica e potenzialmente per gli esseri umani.
Sommaire
Influenza aviaria e modalità di trasmissione
IL Influenza aviaria è una malattia infettiva che colpisce principalmente uccelli, sia domestici che selvatici. Causato da virus della famiglia Ortomixoviridi, è noto per il suo potenziale di rapida trasmissione e le sue conseguenze devastanti sulle popolazioni avicole e sull’industria globale del pollame. I ceppi più patogeni, come H5N1 e H7N9tuttavia, hanno attirato particolare attenzione per la loro capacità di infettare occasionalmente i mammiferi, compreso l’uomo.
Trasmissione diretta tramite contatto fisico tra uccelli infetto è il modo più comune in cui il virus si diffonde. Le secrezioni respiratorie e le feci degli uccelli infetti contengono infatti grandi quantità di virus, facilitando così la sua rapida diffusione tra le dense popolazioni aviarie, come gli allevamenti di pollame.
Anche i virus dell’influenza aviaria possono farlo sopravvivere in acqua e sulle superfici per periodi prolungati. Gli uccelli acquatici, in particolare le anatre e le oche selvatiche, spesso fungono da serbatoio naturale per il virus, diffondendolo attraverso le acque contaminate dove si nutrono e si riproducono.
Anche gli esseri umani, i veicoli e altre attrezzature agricole possono fungere da vettori, trasportando il virus da un luogo all’altro. Ciò di solito si verifica nel contesto delle attività agricole in cui le pratiche di biosicurezza sono insufficienti.
Infine, sebbene meno comuni, altri animali come maiali e gatti sono stati identificati come potenziali intermediari nella catena di trasmissione.
Tuttavia, questi potrebbero non essere gli unici vettori conosciuti. I mosconi portatori del virus dell’influenza aviaria sono stati infatti scoperti nel sud del Giappone, sollevando preoccupazioni su una potenziale nuova via di trasmissione.
Scoperta di un nuovo vettore: il moscone
Un nuovo studio, pubblicato in Rapporti scientifici, descrive in dettaglio come il team ha raccolto 648 mosconi intorno alla città di Izumi, un’area dove migliaia di gru si riuniscono ogni inverno. Tra gli esemplari catturati, quattordici sono stati identificati come portatori del virus dell’influenza aviaria, che rappresenta un prevalenza del 2,2%. Si tratta di un numero considerevole rispetto ad altre malattie diffuse dagli insetti.
La presenza del virus in queste mosche della specie Calliphora nigribarbis suggerisce che potrebbero quindi svolgere un ruolo cruciale nella diffusione dell’influenza aviaria tra gli uccelli selvatici.
A differenza degli uccelli e dei mammiferi in cui il virus si riproduce, i mosconi ingeriscono il virus nutrendosi di cadaveri di uccelli infetti o dei loro escrementi. Secondo il team, il virus rimane contagioso nelle mosche per circa due giorniche, combinato con la loro capacità di volo di 2 chilometri al giorno, consentirebbe loro di contaminare potenzialmente interi allevamenti di pollame o altre popolazioni di uccelli entro un raggio di quattro chilometri.
Misure di controllo e strategie future
Di fronte a questa nuova minaccia, i ricercatori dello studio stanno lavorando in collaborazione con il governo giapponese schierare trappole nelle aree di quarantena intorno agli allevamenti di pollame. L’obiettivo sarà quello di confermare se i mosconi siano effettivamente responsabili della trasmissione di epidemie. Una volta stabilita questa correlazione, le misure di controllo come l’eliminazione negli ambienti agricoli potrebbero essere rafforzate.
Le soluzioni pratiche includono anche l’uso di reti anti-insetti, insetticidi e metodi di manutenzione rigorosi per mantenere le aree pulite. Sebbene queste strategie possano essere efficaci in ambienti controllati, sono molto più difficili da implementare in ambienti ruspanti o selvaggi.
Allo stesso tempo, si stanno sviluppando strumenti basati sull’intelligenza artificiale per aiutare a valutare e prevedere i rischi posti dagli insetti vettori. Questi strumenti miglioreranno la sorveglianza e la risposta alle epidemie di influenza aviaria, fornendo un nuovo approccio alla protezione della salute animale e umana.
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