È appena avvenuta un’eccezionale scoperta archeologicaarricchire la nostra conoscenza sui Neanderthal. Nel rifugio sotto roccia di Abric Romaní, i ricercatori hanno infatti portato alla luce una punta di lancia in osso di cavallo, un manufatto unico nel suo genere che spinge i limiti di ciò che si conosceva sulle capacità tecniche di questi ominidi.
Un’innovazione tecnologica inaspettata
Datata circa 50.000 anni fa, questa punta di lancia in osso di cavallo, unica nel suo genere, rivela un aspetto poco conosciuto della cultura dei Neanderthalprecedentemente percepito come più rudimentale. Attente analisi di tale manufatto hanno infatti evidenziato tracce di impatto caratteristiche di a arma proiettatacosì come gli indizi montaggio su supporto in legno. Questa scoperta suggerisce che i Neanderthal padroneggiassero una tecnologia più complessa di quanto si immaginasse in precedenza, capace di modellare le ossa in strumenti da caccia efficaci quanto le armi di pietra tradizionalmente associate a queste popolazioni.
Questo progresso scientifico contraddice quindi l’idea diffusa secondo cui l’uso di strumenti in osso fosse prerogativa dell’Homo sapiens. Apparentemente lo erano anche i Neanderthal in grado di sfruttare le risorse ossee per migliorare le loro tecniche di caccia e il loro adattamento all’ambiente, anche se l’abbondanza di materie prime litiche nel sito di Abric Romaní potrebbe aver incoraggiato i nostri antichi cugini a privilegiare gli strumenti di pietra.
I ricercatori ipotizzano che questa pratica potrebbe essere stata più diffusa di quanto si pensasse in precedenza tra le comunità di Neanderthal, ma meno ben documentata a causa della fragilità dei materiali ossei.
Le domande rimangono senza risposta
Sebbene questa scoperta segni un progresso significativo nella nostra comprensione delle capacità tecnologiche dei Neanderthal, solleva anche un problema moltitudine di nuove domande. Come hanno fatto questi ominidi ad acquisire la capacità di modellare le ossa con tale precisione? C’è stato un processo di apprendimento formale o queste competenze sono state trasmesse in modo informale all’interno dei gruppi? Questa pratica era specifica di certe regioni o certi periodi? Le condizioni ambientali e le risorse disponibili potrebbero aver influenzato lo sviluppo di questa tecnologia?
Inoltre, al di là della semplice fabbricazione di utensili, quali erano le motivazioni più profonde che spingevano i Neanderthal a lavorare con le ossa? Era solo per ragioni utilitaristiche (caccia, taglio, ecc.) o c’era una dimensione simbolica o estetica?
Queste domande aprono quindi nuove prospettive per la ricerca archeologica. Le scoperte future, associate ad analisi sempre più sofisticate, permetteranno forse di sollevare il velo su questi misteri e di comprendere meglio l’universo culturale e tecnologico dei Neanderthal.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Natura.