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I cani, nostri fedeli compagni da millenni, possiedono notevoli capacità mentali che spesso vengono sottovalutate. Un nuovo entusiasmante studio sull’attività cerebrale dei cani rivela informazioni affascinanti sulla loro comprensione delle parole e su come elaborano le informazioni verbali.
Un'esplorazione della comprensione referenziale
La capacità di usare le parole per riferirsi a oggetti nell'ambiente e di comprenderli significato referenziale è considerata una caratteristica fondamentale del linguaggio umano. Questa capacità consente agli individui di creare connessioni tra simboli linguistici (parole) e oggetti del mondo reale, facilitando così la comunicazione e la condivisione delle informazioni.
La comprensione referenziale implica formazione di rappresentazioni mentali di oggetti designati da parole. Quando una persona sente una determinata parola, deve essere in grado di recuperare mentalmente l'immagine o il concetto dell'oggetto a cui quella parola si riferisce. Questa capacità si basa sulla memoria semantica che immagazzina le associazioni tra le parole e i loro referenti nel cervello.
Quando si tratta di animali, le ricerche sull’apprendimento delle lingue hanno spesso evidenziato capacità di discriminazione uditiva ovvero la capacità di associare parole ad azioni semplici. Tuttavia, la comprensione referenziale va oltre queste competenze. Implica infatti a forma più avanzata di elaborazione cognitiva dove gli animali sono in grado di formare rappresentazioni mentali di oggetti in risposta a parole specifiche. Uno studio recente, tuttavia, suggerisce che i cani potrebbero avere capacità cognitive più avanzate di quanto si pensasse in precedenza.
Rivelazioni sulla comprensione linguistica dei cani
Fino ad ora, la ricerca sulle abilità linguistiche dei cani si è concentrata principalmente sulla loro capacità di recuperare oggetti specifici in risposta a determinate parole. Per questo nuovo lavoro, i ricercatori hanno adottato un approccio innovativo utilizzando l’elettroencefalografia (EEG) per misurare l’attività cerebrale dei cani quando ascoltavano le parole del loro vocabolario appreso.
I risultati sono stati affascinanti. I ricercatori hanno poi osservato che i cani reagivano diversamente quando il giocattolo mostrato corrispondeva o meno alla parola pronunciata. L'attività cerebrale dei cani ha infatti rivelato a segnale simile all'effetto N400 osservato negli esseri umani che si verifica quando sentiamo parole che non corrispondono alle nostre aspettative. Ciò suggerisce quindi che i cani formino rappresentazioni mentali degli oggetti menzionati dalle parole.
Inoltre, la forza di questo effetto era più pronunciata per le parole con cui i cani avevano maggiore familiarità. Ciò suggerisce che il loro la comprensione delle parole è legata alla loro esperienza passata. Questa capacità non dipendeva dalla dimensione del vocabolario del cane, indicando che l'elaborazione semantica è inerente alla specie e non il risultato di una formazione approfondita.
Tuttavia, è importante notare che i cani probabilmente non elaborano le parole nello stesso modo in cui lo fanno gli esseri umani. A differenza dei bambini che capiscono che le parole si riferiscono a categorie, i cani sembrano abbinare individualmente i nomi degli oggetti ai singoli oggetti anziché alle categorie.
Anche così, questo studio offre una visione affascinante di come i cani elaborano le informazioni verbali e formano rappresentazioni mentali degli oggetti menzionati nelle parole. Sebbene la loro comprensione delle parole possa differire da quella degli esseri umani, non si può negare che i nostri amici a quattro zampe possiedano una notevole capacità di interpretare e rispondere al linguaggio umano. Ciò apre nuove prospettive sulla comunicazione interspecifica.
I dettagli dello studio sono pubblicati sulla rivista Biologia attuale.
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