I ricercatori osservano un comportamento straordinario in un orango

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Recenti osservazioni di primatologi indonesiani hanno rivelato un comportamento affascinante in un orango selvatico di Sumatra maschio. Dopo aver subito una lesione al viso, secondo quanto riferito, l'animale ha dimostrato un comportamento sorprendente utilizzando una pianta per curare la sua ferita, fornendo preziose informazioni sulle origini della cura delle ferite negli esseri umani.

Un ottimo primo

Il caso in questione riguarda un orango maschio di Sumatra nominato Avido. È stato osservato nell'area di ricerca Suaq Balimbing, nel Parco nazionale Gunung Leuser, in Indonesia. I ricercatori hanno notato che Rakus aveva subito un lesione al viso, probabilmente durante un alterco con un altro orango maschio. Ne seguì un comportamento notevole: Rakus usò selettivamente le foglie di una vite chiamata Radice gialla per curare la sua ferita.

L'Akar Kuning è una pianta rampicante utilizzata nella medicina tradizionale per le sue proprietà medicinali, in particolare per curare ferite e disturbi vari. Le analisi chimiche di questa pianta hanno rivelato la presenza di composti bioattivi come furanoditerpenoidi e alcaloidi protoberberinici chi ha azione antibatterica, antinfiammatoria e antiossidante. Queste proprietà rendono Akar Kuning efficace nel promuovere la guarigione delle ferite.

Il comportamento osservato in Rakus prevedeva diversi passaggi. Per prima cosa masticò il gambo e le foglie dell'Akar Kuning per estrarre il succo dalla pianta. Quindi applicò il succo direttamente sulla ferita, avendo cura di ricoprirla completamente con le foglie masticate. Questo processo è continuato per più di 30 minuti, indicando un'intenzione deliberata di curare la sua ferita.

Le successive osservazioni dei ricercatori non hanno rivelato segni di infezione della ferita. Al contrario, la ferita di Rakus si è chiusa entro cinque giorni e lo è stata completamente guarito in un mese. Questo caso rappresenta il primo esempio documentato di trattamento attivo della ferita da parte di un animale selvatico con una pianta biologicamente attiva.

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oranghi
Tra il 22 giugno e il 5 agosto 2022, Rakus ha utilizzato foglie masticate di Fibraurea tinctoria per curare la sua ferita facciale. Crediti: Laumer et al./Scientific Reports

Una caratteristica condivisa tra i grandi primati

Questa affascinante scoperta sul comportamento nella cura delle ferite negli oranghi di Sumatra solleva profondi interrogativi sulla sua origine ed evoluzione all'interno della famiglia dei primati. I ricercatori ipotizzano che questo comportamento potrebbe essere il risultato di a meccanismo biologico condiviso tra i membri di questo ordine di mammiferi.

Questa ipotesi si basa su diverse osservazioni cruciali. In primo luogo, il fatto che comportamenti simili siano stati documentati in altre grandi scimmie, in particolare negli scimpanzé africani, suggerisce una continuità evolutiva nell’uso delle piante per scopi medicinali. Questa somiglianza nel comportamento tra diverse specie di primati rafforza l'idea di un meccanismo biologico ereditato da un antenato comune.

Inoltre, il fatto che la cura delle ferite sia stata documentata negli esseri umani per millenni ne sottolinea l’importanza nell’evoluzione della nostra stessa specie. Le prime prove di pratiche mediche risalgono alla preistoria, suggerendo che anche i nostri antenati umani usassero le piante per curare le ferite.

Ancora una volta, questa lunga storia di cura delle ferite negli esseri umani fornisce un’ulteriore prova del fatto che questo comportamento potrebbe avere radici profonde nella nostra eredità evolutiva di primati.

Questa continuità nelle pratiche medicinali tra diverse specie di primati suggerisce quindi l'esistenza di una capacità innata di farlo riconoscere e utilizzare le sostanze medicinali per favorire la guarigione delle ferite.

I dettagli dello studio sono pubblicati sulla rivista Rapporti scientifici.



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