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Qual è l’impatto delle nostre passeggiate nella foresta sulla fauna selvatica circostante? Un team di ricercatori americani ha approfondito l’argomento, osservando il comportamento di diverse specie di animali selvatici di fronte al rumore umano.
Senza menzionare il inquinamento da plasticale nostre passeggiate, escursioni, bivacchi, gite in mountain bike ed altro gite nella foresta non sono senza impatto su fauna e flora endemico. Secondo un recente studio effettuato da ecologisti americani, il ns comportamento in natura potrebbe anche modificare quello degli animali selvatici.
Le nostre passeggiate nella natura cambiano il comportamento della fauna selvatica locale
Gli scienziati incaricati dello studio hanno così potuto analizzare l’impatto di suoni generati dai camminatori e Mountain biker In Foresta statale del Wyoming, negli Stati Uniti occidentali, attraverso numerose registrazioni. Lo scopo era misurare i movimenti e il comportamento degli animali nel momento in cui apparivano i rumori.
I loro risultati sono chiari: gli animali selvatici fuggono quattro volte di più in nostra presenzaadottando una maggiore vigilanza, riducendo in definitiva il tempo dedicato alla ricerca del cibo.
Gli erbivori, i più colpiti dalla presenza umana
Se la animali carnivori soffrono meno la presenza umana a causa del loro status di predatori, erbivori d’altro canto, e in particolare l’alce, una delle specie osservate dai ricercatori, sarebbe la più colpita.
Risultati di studi che confermano solo quelli degli altri ricerca sull’impatto globale dei predatori come gli esseri umani sul ecosistemi naturale. La preda eviterebbe quindi alcune aree precedentemente riservate a loro e/o cambierebbe la sua dieta.
Un impatto umano tanto negativo quanto positivo
Cet istinto di volo combinato con a stato di elevata vigilanza di fronte alla presenza umana potrebbero radicarsi in modo permanente nella mente degli animali selvatici, inducendoli a modificare il loro comportamento in modo negativo, ma anche positivo, in misura minore.
Altri studi lo hanno osservato predatori di alcune foreste selvagge contribuire a tutelare la biodiversità della flora impedendo agli erbivori di consumare le stesse specie vegetali per lunghi periodi di tempo.
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