Il quasi collasso del campo magnetico terrestre potrebbe aver stimolato l’evoluzione

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Un recente studio condotto da ricercatori internazionali suggerisce che la vita sulla Terra potrebbe aver beneficiato di un breve indebolimento del campo magnetico protettivo del nostro pianeta. Si ritiene che questo fenomeno sia avvenuto tra 591 e 565 milioni di anni fa, in coincidenza con un aumento significativo dei livelli di ossigeno nell'atmosfera terrestre e negli oceani.

Boom di vita

Ci sono circa Da 575 a 565 milioni di anni fa, la Terra ha vissuto un periodo di grandi sconvolgimenti biologici che hanno trasformato radicalmente il panorama della vita sul nostro pianeta. Questo periodo, noto come Ediacaran, fu testimone di un fenomeno notevole: l'emergere di forme di vita più complesse. Prima di questo periodo, la vita sulla Terra era rappresentata principalmente da semplici organismi unicellulari.

I fossili di questo periodo dimostrano una sorprendente diversità di organismi, da animali dal corpo molle simili a meduse a forme strane e strutture corporee complesse. Questi primi animali, seppur molto diversi dalle forme di vita che conosciamo oggi, avranno gettato le basi per la successiva evoluzione della biodiversità sulla Terra.

Detto questo, nonostante i progressi nella nostra comprensione dell’evoluzione della vita sulla Terra, i meccanismi precisi dietro questa comparsa di forme di vita più complesse durante l’Ediacarano rimangono oggetto di dibattito tra gli scienziati.

Tuttavia, sono state avanzate diverse teorie per spiegare questo cruciale periodo di transizione nella storia della vita sul nostro pianeta. Una delle ipotesi più discusse è aumento dei livelli di ossigeno nell’atmosfera terrestre e negli oceani. L'ossigeno, infatti, è un elemento essenziale per la respirazione degli organismi aerobici e fornisce una fonte di energia necessaria alla vita complessa. Pertanto, l’aumento dei livelli di ossigeno potrebbe aver fornito le condizioni ambientali favorevoli all’emergere e alla diversificazione delle forme di vita multicellulari.

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Timorebestia verso il campo magnetico
La vita in epoca Cambriana. Crediti: Bob Nicholls

Vicino al collasso del campo magnetico

Questa ipotesi di un aumento dei livelli di ossigeno come catalizzatore dell’evoluzione verso forme di vita multicellulari trova nuova luce alla luce delle recenti scoperte riguardanti una breve indebolimento del campo magnetico terra circa 591-565 milioni di anni fa (circa trenta volte più debole di adesso).

I ricercatori sono stati in grado di determinare questo periodo di debole campo magnetico esaminando attentamente le proprietà magnetiche dei cristalli di plagioclasio, un minerale comune nella crosta terrestre. Questi cristalli sono stati estratti da formazioni rocciose situate in Brasile. Studiandoli gli scienziati sono riusciti a tornare indietro nel tempo e ricostruire la storia dell'intensità del campo magnetico terrestre.

Come potrebbe un campo magnetico ultradebole causare un aumento dei livelli di ossigeno? Modellando l'evoluzione del vento solare, gli scienziati suggeriscono che questo indebolimento del campo magnetico avrebbe potuto consentire più ioni idrogeno fuoriescono dall’atmosfera terrestre nello spazio, il che potrebbe aver portato a livelli di ossigeno più elevati nei mari e nell’atmosfera.

Lo studio suggerisce che questo indebolimento sarebbe durato all’incirca 26 milioni di annifornendo così una finestra temporale durante la quale la vita sulla Terra avrebbe potuto prosperare con livelli di ossigeno più elevati.

Naturalmente, si è pensato a lungo che un campo magnetico estremamente debole sarebbe dannoso per la vita emergente, perché protegge la vita dai venti solari. Tuttavia, non tutti sono d’accordo con questo punto di vista. Già nel 1965 lo scienziato planetario Carl Sagan affermò che l'atmosfera terrestre e gli oceani avrebbero potuto fungere da copertura protettiva per le prime forme di vita, anche se il campo magnetico del pianeta fosse diminuito. Anche questo nuovo lavoro va nella stessa direzione.

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I dettagli dello studio sono pubblicati sulla rivista Comunicazioni della Terra. & Ambiente.



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