Rinviata da domenica a lunedì a causa del maltempo che aveva interrotto il regolare svolgimento del torneo la scorsa settimana, la finale del Canadian Open (questo Masters 1000 che si svolge alternativamente a Toronto e Montreal, per uomini e donne) ha emesso stasera il suo verdetto dal lunedì al martedì. Ed è stata una grande sorpresa all’arrivo, visto che è stato l’australiano Alexei Popyrin (25 anni, 62esimo al mondo) a dominare in due set (6-2, 6 -4) il russo Andrey Rublev, n°6 del mondo. ) e solo 1h30 di gioco.
L’australiano aveva già vissuto una settimana eccezionale a Montreal, eliminando Tomas Machac (40° al mondo), Ben Shelton (14°), Grigor Dimitrov (9°), Hubert Hurkacz (7°) e Sebastian Korda (15°). Si tratta della sua prima incoronazione in un torneo di questa importanza e del titolo più importante della sua carriera, lui che fino ad allora aveva vinto solo due ATP 250, nel 2021 e nel 2023. Nei tornei maggiori non aveva mai fatto meglio di un 3° turno in una Torneo del Grande Slam e quarti di finale in un Masters 1000.
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Popyrin diventa il quarto giocatore australiano nella storia a vincere un titolo Masters 1000, il primo in 21 anni e l’incoronazione di Lleyton Hewitt a Indian Wells nel 2003.
Rublev è stato quindi il chiaro favorito di questo incontro, nonostante la sua incoerenza in questa stagione, lui il giocatore capace di vincere il secondo Masters 1000 della sua carriera quest’anno (a Madrid, in aprile), di essere l’unico ad aver battuto Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nel 2024, oltre a perdere al 3° e 1° turno al Roland Garros e Wimbledon.
18 tiri vincenti per 4 errori non forzati nel primo set
Ma nel finale il russo ha perso i denti, ormai 23esimo al mondo, e la solidità sull’impegno. L’australiano ha infatti servito il 72% delle prime di servizio, contro il 38% di Rublev nel primo set. Stessa solidità negli scambi dove si è dimostrato molto acuto con 18 tiri vincenti nel primo set, per soli 4 errori non forzati. Tanto da provocare in più occasioni la consueta rabbia del russo, sfociata in urla e colpi sulla sua attrezzatura e sull’arredamento del torneo.
Il secondo set è stato molto più combattuto, Rublev ha tentato di resistere al servizio devastante del suo avversario (10 ace), senza successo. È stato con l’ennesimo schiaffo di dritto (18 in tutto) che Popyrin ha puntato al titolo, prima di cadere in campo.
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