Il Rallye du Maroc beneficia di una posizione privilegiata. Al di là delle condizioni estive offerte ai concorrenti riuniti a Marrakech per gli ultimi preparativi prima del prologo di questa mattina, l’evento organizzato da sei anni da David Castera, che ricoprirà l’altro ruolo di direttore della Dakar a gennaio, gode di una doppia attrattiva.
Quinta ed ultima prova del Campionato Mondiale Rally Raid, decisiva per l’assegnazione dei titoli, sia nelle auto (Al-Attiyah in vantaggio contro Al-Rajhi) che nelle moto (duello Branch-Brabec che ha visto il francese Adrien Van Beveren sogna di arbitrare). Ma il Marocco è anche la prova finale prima della Dakar e quindi la gara in cui i nuovi arrivati debuttano e si rivelano, dopo mesi di preparazione e a meno di tre mesi dal grande appuntamento in Arabia Saudita.
Se l’Audi, vincitrice della Dakar a gennaio, ha lasciato il paesaggio, Dacia e Ford stanno entrando nel deserto. « Questa è la prima volta che gareggiamo contro la concorrenza, quindi sono entusiasta di vedere a che punto siamo, ha commentato sabato Sébastien Loeb all’ombra della struttura Dacia installata nel parcheggio del grande stadio di Marrakech. La cosa principale è prepararsi per la Dakar e utilizzare questa gara per testare. Non c’è un obiettivo particolare in termini di risultati ma fare qualcosa di buono qui ci rassicurerebbe in vista della Dakar. »
Incredibile Sainz!
“Sarebbe comunque bello se ottenessi almeno il mio secondo miglior risultato nell’evento”ha sorriso l’alsaziano, secondo nel 2017 ma molto meno vincente per le sue altre tre partecipazioni (44esimo nel 2015 per il suo debutto nel rally-raid, 56esimo nel 2022, 53esimo l’anno scorso). Escluso dalla corsa al titolo mondiale perché ha dedicato il suo anno allo sviluppo della Sandrider, Loeb proverà a fare il gioco del suo compagno di squadra Nasser al-Attiyah, che guida il campionato e che avrà senza dubbio un approccio più cauto, tanto quanto la Dacia potrebbe aver sofferto di problemi di raffreddamento durante i suoi test.
Se Dacia brilla per il pedigree dei suoi equipaggi, Ford si distingue per la silhouette imponente della sua Raptor, sviluppata da M-Sport con tutte le risorse del marchio americano. Al volante dei due esemplari iscritti in Marocco (saranno quattro alla Dakar), due disertori dell’Audi: Mattias Ekström e l’instancabile Carlos Sainz che, a 62 anni, si lancia in un nuovo progetto con la squadra del suo debutto in il WRC (nel 1987) e con l’ambizione di vincere una quinta Dakar con tanti marchi diversi.
Toyota gioca la carta della continuità con un Hilux che ha già dato prova di sé, ma ha perso strada facendo i suoi due migliori piloti della Dakar, Guillaume de Mévius (2°) e Guerlain Chicherit (4°), partiti per unirsi alla Mini in una mossa a sorpresa generale. Un’altra curiosità da seguire questa settimana.
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