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Arrivavano da Glasgow, Edimburgo o Aberdeen, alcuni anche da province ancora più remote. A volte transitavano attraverso l'Europa da Parigi via Londra o Amsterdam. Ma tutte le loro strade li hanno portati qui, a Monaco, dove la colonia scozzese crebbe nel corso dei giorni fino alla partita d'esordio contro la nazione ospitante, venerdì sera. Per rintracciarli non c'era bisogno di studiare l'orienteering stile Koh-Lanta, bussola alla mano, bastava seguire i kilt che fiorivano e volteggiavano per le strade della capitale della Baviera. Bisognava anche tendere l'orecchio per sentire i canti gutturali che risuonavano intorno a Marienplatz e per percepire la piccola musica delle bottiglie di vetro che tintinnavano sul selciato di Monaco.
Già prima di questa prima partita, sbilanciata sulla carta, gli scozzesi hanno incantato Monaco e hanno vinto questa prima battaglia, festosi, senza sforzarsi, accompagnati, a volte, da illustri connazionali come Sir Alex Ferguson venuto appositamente per l'occasione. Tutto è stato più difficile poi, una volta all'Allianz Arena e il secondo tempo è stato attraversato addirittura dai silenzi sul corner scozzese. Finì per svegliarsi per cantare l'inno nazionale alla fine della partita e dopo il gol segnato da… Rudiger in loro favore.
I tifosi tedeschi hanno provato a contendersi ogni gol della propria squadra ma, al fonometro, gli scozzesi erano davvero i più forti come durante questo folle corteo pre-partita dove le cornamuse spesso allietavano il viaggio nelle metropolitane affollate quattro ore prima del calcio d'inizio. spento. I membri del Tartan Army hanno risvegliato all'improvviso i meravigliosi ricordi dei loro vicini, i tifosi nordirlandesi che avevano inebriato la Francia agli Europei 2016 con la loro canzone in lode di Will Grigg sulle note del successo dance di Gala, titolo ripreso anche venerdì in il testo di “La Scozia è in fiamme”. Quest'atmosfera e questo senso dell'umorismo si diffusero a Monaco nell'immagine di questi tre ragazzi, kilt d'obbligo e pance paffute, incrociati nella notte monacense che si assicurarono di avere le loro stelle, ribattezzate anche “McMbappé” e “ McComan. Non sappiamo bene di chi parlassero con il loro accento indecifrabile e il loro modo di arrotolare le sillabe ma hanno davvero un coro così…
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