La Ferrari vince la 24 Ore di Le Mans grazie alla #50, davanti alla Toyota #7 e alla Ferrari #51

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Un'ora prima del traguardo della 24 Ore di Le Mans, nove Hypercar erano sullo stesso giro, di cui quattro entro l'1'30, con ovviamente una speranza di successo per ciascuno dei piloti, Nicklas Nielsen (Ferrari n. 50), Jose Maria Lopez (Toyota n°7), Alessandro Pier Guidi (Ferrari n°51) e Laurens Vanthoor (Porsche n°63). Ma può esserci un solo vincitore in questa corsa leggendaria, non è L'Ecole des Fans. E a vincere è il trio della 499P n°50, Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, che hanno battuto di 14 secondi quella della GR010 n°7 (Lopez – Kobayashi – De Vries) e quella della Ferrari n°51 (Molo Guidi – Calado – Giovinazzi).

La pioggia non ha risparmiato questa 92esima edizione. È caduto alle 18, per soli dieci minuti, provocando strategie diverse a seconda dei protagonisti. Ciò ha consentito in particolare alla Toyota di salire nella gerarchia, perché il numero 8 era 11° alla partenza, e il numero 7 è sceso al 23° dopo che Kamui Kobayashi è uscito di pista durante le qualifiche. L'abbiamo rivista più tardi la sera, poi durante la notte, dove forti acquazzoni hanno fatto uscire la safety car per più di quattro ore, bloccando la classifica.

Mossa strategica riuscita per il n°50

È stata ancora lei a riaccendere la suspense, a due ore dal traguardo, costringendo i primi a montare nuovamente le gomme da bagnato. Un momento cruciale per la vittoria dove la Porsche n°6 (Estre – Lotterer – Vanthoor) ha senza dubbio perso l'occasione di finire meglio del 4° rientrando ai box un po' troppo tardi. La Toyota numero 7 potrebbe aver mancato l'attacco perfetto quando Jose Maria Lopez è andato in testacoda a un'ora dal traguardo. In condizioni delicate, attaccando per la vittoria, i piloti hanno giocato un atto di equilibrio. E i loro ingegneri hanno fatto gli strateghi per cercare di perdere meno tempo possibile ai box, assicurandosi al tempo stesso di non avere guasti in pista.

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La Ferrari #50 ha rischiato effettuando l'ultima sosta a 50 minuti dal traguardo, ma sotto la pioggia e la pista ovviamente bagnata è riuscita a ridurre i consumi quanto basta per arrivare al traguardo, tagliando il traguardo con solo il 2% di energia.

Faccia terribile nei campi francesi

I due clan francesi non erano proprio alla festa e molto lontani da questa lotta a tre. In casa Peugeot è stata una gara vivace, ma nelle retrovie del gruppo, sia per la n. 93 (Vergne – Jensen – Müller) che per la n. 94 (Vandorne – Di Resta – Duval). Con qualche penalità, in particolare per il mancato rispetto della zona lenta, o qualche uscita di pista, i 9X8 non sono mai riusciti a restare sui primi e, dopo 2h45 di corsa, erano già un giro dietro, cosa che non hanno fatto. mai raggiunto, a causa della mancanza di ritmo sufficiente. Finirono 11° (94) e 12° (93).

Andò ancora peggio alla Alpine, che in occasione del debutto della A424 a Le Mans, non vide finire nessuno dei suoi prototipi. Le Hypercar con la freccia A non sono arrivate nemmeno ai quarti di gara, la n°35 (Chatin – Habsburg – Milesi) si è fermata dopo 75 giri, e la n°36 (Lapierre – Schumacher – Vaxivière) è rientrata ai box poco dopo , senza poter uscire. La causa ogni volta è il motore Mecachrome.

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