La Groenlandia concentra circa il 7% dell’acqua dolce del pianeta sotto forma di ghiaccio, rendendola la seconda riserva di acqua dolce più grande al mondo dopo l’Antartide. Sta però cambiando volto. Negli ultimi tre decenni l’isola è infatti diventata più verde e più umida.
Groenlandia, un’isola sempre più calda
Sin dagli anni ’70 sappiamo che la Groenlandia sta vivendo un periodo di crisi riscaldandosi due volte più velocemente rispetto alla media globale, con temperature medie annuali tra il 2007 e il 2012 superiore a 3°C quelli del periodo dal 1979 al 2000.
Queste temperature medie annuali più elevate hanno contribuito allo scioglimento dei ghiacciai e della calotta glaciale dell’isola. In effetti, si stima che 28.707 chilometri quadrati di ghiaccio si sono sciolti negli ultimi tre decenni, secondo un’importante analisi dei dati satellitari storici. L’analisi delle immagini satellitari ad alta risoluzione ha rivelato una perdita di ghiaccio concentrata ai margini dei ghiacciai, nonché nelle regioni settentrionali e sud-occidentali della Groenlandia. L’area totale della perdita di ghiaccio è equivalente alla dimensione dell’Albania. Rappresenta approssimativamente 1,6% della copertura totale di ghiaccio e ghiacciai della Groenlandia.
Un circolo vizioso
Dove un tempo c’erano ghiaccio e neve, oggi ci sono rocce brulle, zone umide e zone di arbusti. Secondo questo nuovo lavoro, la superficie dei terreni vegetati avrebbe così più che raddoppiato negli ultimi tre decenni (oltre 87.475 km2) con un incremento particolarmente significativo segnato nel sud-ovest, est e nord-est.
Il problema è che la neve e il ghiaccio sono buoni riflettori dell’energia solare che colpisce la superficie terrestre, il che aiuta a mantenere la Terra più fresca. Quando il ghiaccio si ritira, espone quindi il substrato roccioso assorbe più energia solareche quindi aumenta la temperatura della superficie terrestre.
I ricercatori avvertono che in futuro potrebbero verificarsi temperature più estreme. Si prevede inoltre un ulteriore rinverdimento della Groenlandia. E per una buona ragione, il ritiro del ghiaccio espone la nuda roccia che viene poi colonizzata dalla tundra e possibilmente da arbusti.
Un’isola sempre più umida
Allo stesso tempo, l’acqua rilasciata dallo scioglimento del ghiaccio sposta i sedimenti e il limo, formando infine zone umide e paludi. L’analisi lo dimostra queste aree sono quasi quadruplicate in Groenlandiain particolare nell’est e nel nord-est. Tuttavia, sappiamo che sono a fonte di emissioni di metano.
Infine, i ricercatori notano che l’espansione della vegetazione, che avviene in tandem con il ritiro dei ghiacciai e delle calotte glaciali, altera significativamente il flusso di sedimenti e sostanze nutritive nelle acque costiere. Tuttavia, questi cambiamenti sono cruciali, in particolare per le popolazioni indigene le cui pratiche tradizionali di caccia dipendono dalla stabilità di questi delicati ecosistemi.
La Groenlandia, un tempo simbolo del ghiaccio immutabile, si sta trasformando a causa del riscaldamento globale. Lo scioglimento dei ghiacciai, la progressione della vegetazione e l’espansione delle zone umide stanno rapidamente ridefinendo il suo paesaggio. Questi sconvolgimenti, pur contribuendo all’aumento delle temperature e alle emissioni di metano, stanno alterando profondamente l’equilibrio ecologico dell’isola. Le conseguenze di queste trasformazioni sono importanti, non solo per gli ecosistemi locali, ma anche per le comunità indigene che da essi dipendono. Questi cambiamenti illustrano la vulnerabilità degli ambienti polari al riscaldamento globale e rafforzano l’urgenza di agire su scala globale.
I dettagli dello studio sono pubblicati in Rapporti scientifici.
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