Venerdì 13 settembre, l’anteprima di « Kaizen – 1 anno per scolpire l’Everest » è stato un successo al botteghino. Trasmesso in quasi 500 sale in Francia, Belgio, Quebec e Marocco, il documentario che ripercorre l’ascesa dell’Everest di Inès Benazzouz, alias “Inoxtag”, ha attirato quasi 340.000 spettatori.
Caricato il pomeriggio successivo su YouTube – dove il 22enne videografo ha raggiunto il traguardo di 8 milioni di abbonati – il lungometraggio (quasi 2h30) ha conquistato anche su Internet.
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11 milioni di visualizzazioni in 24 ore, presto su TF1
Così, solo 24 ore dopo la messa in rete del video, 11 milioni di internauti lo avevano già visto, superando di oltre il 41% il miglior pubblico finora ottenuto su D + 1 su YouTube francese. Nel marzo 2019, il video rap di PNL “Au DD” è stato visto e ascoltato 7,5 milioni di volte un giorno dopo la sua uscita.
Ora, nel D+3, 21 milioni di persone hanno seguito la scalata di Inoxtag in Himalaya, generando 1,7 milioni di like sulla piattaforma di hosting e quasi 120.000 commenti. Un entusiasmo eccezionale, “sicuramente uno dei migliori lanci della storia (in Francia, ndr)” ha commentato un portavoce di YouTube all’AFP.
Di fronte a questo successo, il gruppo TF1 lo ha annunciato la sua piattaforma, TF1+, trasmetterebbe il documentario a partire da sabato 28 settembre. E per restare in tema di avventura, il film sarà in prima pagina anche martedì 8 ottobre alle 23:30, dopo la puntata di Koh-Lanta, il reality imperdibile del canale.
Critici che prendono di mira un falso exploit, un documentario egocentrico, il capriccio di una persona ricca o un disastro ecologico
Al di là del buon ascolto registrato, il documentario ha avuto in generale un’ottima accoglienza da parte della community di Inoxtag e del grande pubblico. Sul sito specializzato AlloCiné, il film ha ottenuto un punteggio medio di 4,3/5 su più di 1.300 recensioni. Ma poiché non tutto piace a tutti, sono emersi anche alcuni pareri negativi.
Nelle colonne di La squadral’alpinista Pascal Tournaire ha banalizzato la prestazione. “Inoxtag ha talento, carisma, non tradisce ma bisogna ricordare che lassù sono riusciti ad arrivare anche un ragazzo di 14 anni e una ragazza, un nonno giapponese di 83 anni. Se ci diamo i mezzi, è accessibile a qualsiasi persona sana che si diverte un po’. Ecco, non vedo dove sia l’exploit”metti in prospettiva il fotografo di montagna.
Il giornale Pubblicazioneche evidenzia il « sincerità » del documentario, tuttavia si rammarica “la visione igienizzata e addomesticata della montagna”attraverso l’a “alpinismo commercializzato” e deplora il mancato sviluppo di “sherpa invisibili”che rappresentano un terzo delle morti sulla strada verso la vetta più alta del mondo, che supera gli 8.848 metri sul livello del mare.
Inoltre, collaborazioni commerciali non sufficientemente specificate (nel video compaiono diversi marchi), e a “il capriccio del ricco” sono particolarmente criticati da Inoxtag, in particolare da Buon amico, tenendo conto del costo del progetto (50.000 euro a persona). Anche i media ambientalisti, come altri, hanno criticato il fatto che, “Come spesso accade, l’ecologia è ancora una volta in gran parte assente dal documentario. (…) Inoxtag è riuscita nell’impresa di non menzionare nemmeno una volta il riscaldamento globale e il suo enorme impatto sui ghiacciai, né la catastrofica impronta di carbonio di un simile viaggio”ricorda il sito, che ha ritenuto troppo brevi i vari passaggi sull’inquinamento e sul sovraffollamento della catena himalayana.
Il suo punto più alto viene infatti raggiunto da sempre più alpinisti. Tra il 1990 e il 2005 si sono misurate sull’Everest in media 150 persone all’anno. Tra il 2006 e il 2019 ogni anno hanno tentato la fortuna circa 280 persone. Questa stagione erano attesi alla partenza quasi 2.000 scalatori, in erba o esperti, per una percentuale di successo stimata al 60%.