I difetti cardiaci congeniti rappresentano sfide mediche significative, in particolare nei bambini il cui cuore è gravemente colpito fin dalla nascita. Una delle malattie più complesse è la sindrome del cuore sinistro ipoplasico, una grave anomalia in cui il lato sinistro del cuore è sottosviluppato, compromettendo gravemente il flusso sanguigno. La gestione di questa malattia richiede interventi chirurgici complessi e ripetuti. Tuttavia, un nuovo progresso tecnologico potrebbe trasformare il trattamento di questi giovani pazienti.
Sommaire
Le sfide dei difetti cardiaci nei bambini
IL sindrome del cuore sinistro ipoplasico è un difetto cardiaco critico in cui il cuore non è in grado di pompare il sangue in modo efficace al resto del corpo. Per sopravvivere, i bambini affetti da questa sindrome devono sottoporsi a una serie di procedure chirurgiche con l’obiettivo di ripristinare un’adeguata circolazione sanguigna. Uno degli interventi chiave è quello impiantare uno shuntun tubo polimerico che collega l’aorta all’arteria polmonare principale. Ciò consente al sangue di passare dal lato destro del cuore ai polmoni dove può essere ossigenato.
Tuttavia, il problema principale con gli shunt tradizionali è che devono esserlo sostituito regolarmente man mano che il bambino cresce. Sono infatti progettati per dimensioni specifiche. Man mano che i bambini si sviluppano, aumenta anche il volume del sangue. Diventano quindi necessari tubi sempre più larghi e quindi diverse procedure chirurgiche aggiuntive (fino a quattro operazioni in totale). Tuttavia, ogni operazione comporta rischi significativi e provoca un notevole stress fisico ai neonati. Ciò solleva quindi grandi preoccupazioni per genitori e medici.
Tuttavia, un nuovo progresso nel campo dei dispositivi medici potrebbe rivoluzionare la gestione dei difetti cardiaci nei bambini.
Una novità nel trattamento: lo shunt fotoespandibile
Sviluppato dal professore associato Christopher Rodell e dal suo team presso la Drexel University di Filadelfia, questo shunt sperimentale incorpora una tecnologia innovativa che potrebbe eliminare la necessità di molteplici interventi chirurgici. È infatti ricoperto da un idrogel, un materiale formato da molecole polimeriche circondate da acqua. In condizioni normali, il gel mantiene uno spessore stabile. Tuttavia, quando lo è esposto alla luce blule molecole del polimero reagiscono reticolando e avvicinandosi tra loro, provocando una riduzione dell’acqua nel gel. Questa reazione porta quindi ad a contrazione delle pareti interne dello shunt, aumentandone così il diametro interno in modo controllabile.
Il vantaggio principale di questa tecnologia è che consente allo shunt di allargarsi gradualmente senza richiedere ulteriori interventi chirurgici. Utilizzando un sottile cavo in fibra ottica inserito chirurgicamente, la luce blu può essere diretta verso lo shunt per allargarlo, fornendo una soluzione potenzialmente meno invasiva per adattarlo al bambino in crescita. In laboratorio, i ricercatori sono riusciti ad espandere uno shunt del 40%, da 3,5 a 5 millimetri di diametro, che corrisponde alla dimensione degli shunt più grandi attualmente utilizzati.
IL prossimi passi includere test su modelli del sistema circolatorio umano, eventualmente seguiti da test sugli animali. Se i risultati saranno conclusivi, questa tecnologia potrebbe migliorare significativamente la cura dei bambini con difetti cardiaci, riducendo il numero di operazioni necessarie e lo stress associato per i pazienti e le loro famiglie.
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