L’algerino Djamel Sedjati, medaglia di bronzo negli 800 metri alle Olimpiadi, nel mirino di un procedimento giudiziario



È un tuono quello che colpisce la disciplina regina dei Giochi Olimpici, l’atletica leggera, e che arriva mentre la quindicina olimpica si avvia a concludersi domenica con la cerimonia di chiusura. Secondo le nostre informazioni, i gendarmi dell’Ufficio centrale di lotta contro gli attacchi all’ambiente e alla salute pubblica (OCLAESP), competente per la lotta contro i prodotti dopanti, sono intervenuti nel villaggio olimpico (situato a Seine-Saint-Denis) per effettuare perquisizioni L’8 agosto, nell’ambito di un’indagine aperta dalla procura di Parigi.

Sempre secondo le nostre informazioni, l’indagine prende di mira l’atleta algerino Djamel Sedjati (25 anni), vicecampione del mondo 2022, iscritto questo sabato sera alla finale degli 800 metri nella quale si è classificato terzo in 1’41 »50, ma anche il suo connazionale e allenatore della nazionale Amar Benida. Contattata più volte, la Procura di Parigi non aveva risposto al momento della pubblicazione di questo articolo. Inoltre, Parigi 2024 non ha voluto commentare. Contattati anche i dirigenti dell’Atletica Integrity Unit (AIU), dell’Agenzia francese antidoping (AFLD) e dell’International Testing Agency (ITA) non hanno risposto alle nostre richieste.

Gli inquirenti hanno tra le mani un fascicolo ultra sensibile, che contiene forti questioni sportive e diplomatiche.



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