Una recente scoperta scientifica ha identificato i resti del capitano James Fitzjames, un ufficiale della Royal Navy il cui destino è rimasto incerto per più di 175 anni. Fitzjames faceva parte di una tragica spedizione guidata da Sir John Franklin che tentò di attraversare il passaggio a nord-ovest, una rotta marittima artica che collegava l’Atlantico al Pacifico. La spedizione, che lasciò l’Inghilterra nel 1845, si trasformò rapidamente in un disastro.
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Una spedizione segnata dalla disperazione
La spedizione di Franklinche lasciò l’Inghilterra nel 1845, incluso 129 uomini distribuito su due navi: HMS Erebus e HMS Terrore. Il loro obiettivo ambizioso era trovare una rotta marittima attraverso le acque gelide dell’Artico. Tuttavia, presto si trovarono ad affrontare condizioni estreme che si rivelarono insormontabili. Entrambe le navi rimasero intrappolate nel ghiaccio e l’equipaggio dovette affrontare temperature gelide, fame e malattie debilitanti.
Dopo la morte di Sir John Franklin, Giacomo Fitzjames prese il comando della HMS Erebus. Sfortunatamente la nave rimase bloccata sull’isola di King William e la spedizione non riuscì mai a raggiungere il suo obiettivo. Tutti i membri dell’equipaggio morirono e per più di un secolo la sorte di questi naufraghi rimase avvolta nel mistero, alimentando storie e speculazioni su ciò che realmente accadde.
Identificare una vittima utilizzando il DNA
Nel 1993 furono scoperti resti umani sull’isola di King William, ma solo di recente gli scienziati furono in grado di identificare James Fitzjames.
Un team di ricercatori canadesi, guidati da Douglas Stenton dell’Università di Waterloo, recentemente estratto DNA di un molare trovato tra un mucchio di 400 ossa e denti. Analizzando specificamente il DNA mitocondriale di questo dente, hanno stabilito una corrispondenza con un quinto cugino di primo grado di Fitzjames. Ciò dimostrò che i resti appartenevano effettivamente al capitano, un progresso significativo che non solo dà un nome a una delle vittime di questa tragica spedizione, ma collega anche il passato all’attuale stirpe dei Fitzjames.
Questo è solo il secondo membro della spedizione ad essere stato identificato. Nel 2021, la stessa squadra ha anche identificato i resti di John Gregory, ingegnere capo della HMS Erebus, dal DNA estratto dal suo cranio.
Cannibalismo, ultima risorsa
Le prove suggeriscono anche che Fitzjames e altri membri dell’equipaggio furono vittime di cannibalismo. In un’analisi precedente, la bioarcheologa Anne Keenleyside trovò prove di tagli su molti dei resti recuperati, inclusa la mascella del capitano appena analizzata. Questi segni distintivi suggeriscono quindi che i sopravvissuti mangiarono parti del corpo di Fitzjames (e quello di altri marinai) nel tentativo di evitare la fame, illustrando le condizioni estreme e disperate che questi marinai dovettero affrontare.
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