Letsile Tebogo domina i 100 metri al meeting di Roma, Sasha Zhoya vince nei 110 ostacoli



Non è ancora il dio dello sprint ma Letsile Tebogo sta iniziando a prendere spazio. Dopo aver incontrato Papa Francesco a metà settimana, il botswanano ha dominato facilmente i 100 metri al meeting della Diamond League a Roma questo venerdì sera. Partito bene, proprio dietro la palla di cannone Christian Coleman, il botswanano ha girato le sue gambe magiche per superare tutti i suoi avversari e permettersi di festeggiare la sua vittoria ben prima della linea. Vittorioso in 9 »87 (+ 0,3 m/s), Tebogo, neo campione olimpico dei 200 metri, ha preceduto gli americani Christian Coleman (9 »92) e Fred Kerley, sempre piazzati in questa stagione ma mai vincitori ( 9 »95).

S (in 13 »15 il 7 luglio) e risultati lontani dalle sue aspettative (eliminato in semifinale dei Giochi Olimpici), Sasha Zhoya ha riscoperto il gusto della vittoria allo Stadio Olimpico di Roma. Nei 110 m ostacoli fuori dal programma della Diamond League e quindi in assenza della maggior parte dei big della disciplina tra cui l’americano Grant Holloway, il francese è partito bene ed è riuscito ad avanzare evitando la maggior parte dei punti difficili. errori che stava commettendo nelle ultime settimane. Vincitore in 13 »18 (+ 0,4 m/s) davanti allo spagnolo Asier Martinez (13 »27) e al rientrante campione olimpico 2016 Omar McLeod (13 »28), il francese si è avvicinato al suo record personale ( 13 »15) pur battendo qualche cliente come l’italiano Lorenzo Simonelli, campione europeo in carica e solo 6° in casa (13 »34).

Yavi a 7 centesimi dal record del mondo

Campione olimpico dei 3.000 siepi a Parigi, Winfred Yavi è stato molto vicino a battere il record del mondo nei 3.000 siepi questo venerdì sera. In una corsa iniziata a tutta velocità sulla scia di Peruth Chemutai, e mentre l’onda di luce (lepre luminosa) era stata inghiottita per molto tempo (ritmo record dell’incontro), Yavi ha attaccato Chemutai al suono della campana. Quest’ultimo ha resistito e le due donne hanno ingaggiato una bella lotta finché Yavi non ha fatto in modo che il suo traguardo gli desse il via nel rettilineo finale, anche lui ben spinto da un tempo che sembrava permettergli di cancellare dalle tavolette la keniana Beatrice Chepkoech ( 8’44 »32 nel 2018). Alla fine, la Bahrein ha tagliato il traguardo in 8’44 »39 (8’48 »03 per Chemutai), mancando per sette centesimi il record del mondo, diventando la seconda donna più veloce della storia sulla distanza.

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A 5.000 metri dal record

Mentre al via c’erano sette dei 13 migliori interpreti della storia, e la wavelight (lepre luminosa) era collegata al 12’35, record del mondo (12’35 »36 di Joshua Cheptegei), il romano dei 5.000 m non ha dato nascita di un record. Va detto che i 29 gradi di inizio incontro (probabilmente un po’ meno alle 22.15) e l’umidità non hanno aiutato i contendenti. Dopo un 7’37 sui 3.000, il gruppo guidato da Berihu Aregawi – in gran forma dopo il suo 7’21 sui 3.000 – ha rallentato. La gara è poi diventata un po’ tattica e in questo giochetto è stato finalmente l’etiope Hagos Gebrhiwet a vincere in 12’51 »07 davanti ai connazionali Yomif Kejelcha (12’51 »25) e Selemon Barega (12’51 » 39). Poco più avanti il ​​francese Hugo Hay ha ottenuto il 9° posto in 13’09 »38.

Kipyegon intoccabile

Sia che corra al ritmo del record mondiale – che è il suo – o in una gara tattica, Faith Kipyegon è imbattibile sui 1.500 metri. Tre volte campionessa olimpica della disciplina, la keniana era partita per provare a battere il proprio record del mondo (3’49 »04 a Parigi a luglio) ma dopo gli 800 metri e un po’ di lavoro approssimativo sulla lepre, ha dovuto rivedere le sue ambizioni di ribasso controllando il gruppo poi mandando la salsa negli ultimi 100 m a disgustare tutti (vittoria in 3’52 »89) e in particolare le etiopi Freweyni Hailu (2° in 3’54 »16) e Birke Haylom (3° in 3 ’54 »79).

Nugent chiude forte

A parte il colpo nella finale olimpica, il giamaicano Ackera Nugent ha concluso la stagione alla grande. Già vincitrice della Silesian Diamond League domenica scorsa, si è ripetuta questo venerdì sera a Roma, cogliendo allo stesso tempo la migliore prestazione mondiale della stagione (12 »24, -0.4 m/s ). Nugent ha dominato il campione olimpico Masai Russell (12 »31) e l’olandese Nadine Visser (12 »52). Nello stadio che l’ha vista vincere il titolo europeo poco meno di tre mesi fa, la vicecampionessa olimpica Cyréna Samba-Mayela ha colto il quarto posto in 12 »57, restando entro i suoi tempi di fine stagione (12 »69 a Losanna, 12 »47 a Chorzow).

Maraval ritirato

In pista per la quinta volta stagionale allo Stadio Olimpico di Roma, dove ha vinto la medaglia d’argento nei 400 ostacoli (partecipata anche alla staffetta mista e alla 4×400), Louise Maraval non è mai riuscita a misurarsi con la lotta questo venerdì serata a Roma. Solo 7a in 55 »16, la francese, 8a alle Olimpiadi, è rimasta lontana dal suo miglior tempo dell’anno (53 »71 durante il titolo nazionale ad Angers a fine giugno) e ha concluso a distanza dall’americana Anna Cockrell vittoriosa in 52 »59, approfittando dell’assenza combinata di Femke Bol – cosa rara – e della due volte campionessa olimpica della disciplina Sydney McLaughlin-Levrone – che è una consuetudine nella Diamond League.

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Alekna battuta nel disco

Imbattuto quest’anno in un incontro, Mykolas Alekna ha perso venerdì sera finendo 3° (67,68 m) nella gara del discus dietro al campione del mondo 2022 Kristjan Ceh (68,61 m) e Roje Stona (67,85 m). Il lituano non avrà un bel ricordo dello stadio Olimpico di Roma visto che proprio qui ha vissuto una delle sue due sconfitte stagionali con un 3° posto agli Europei di giugno (2° anche alle Olimpiadi di Parigi). Sempre tra gli uomini forti, il tre volte campione olimpico nel lancio del peso, Ryan Crouser ha vinto senza tremare con 22,49 m davanti ai locali Leonardo Fabbri (21,70 m) e Payton Otterdahl (21,63 m).

Tamberi picchiato in casa

Sempre capace di dare spettacolo, ancor di più in casa, Gianmarco Tamberi non è riuscito ad infiammare il suo pubblico come avrebbe voluto. L’italiano si è classificato terzo in altezza con un salto di 2,27 m, lasciando la vittoria al coreano Sanghyeok con 2,30 m. Sempre nei salti, l’americana Tara Davis-Woodhall ha vinto il salto in lungo con un salto di 7,02 m (+ 0,1 m/s), l’italiano Andy Diaz Hernandez ha vinto il salto triplo con 17,32 m (+ 0,8 m/s) . Fresca campionessa olimpica del salto con l’asta, l’australiana Nina Kennedy, dal canto suo, ha vinto le prove davanti all’americana Sandi Morris (entrambe 4,83 m).

Nei 400 m, lo zambiano Muzala Samukonga ha confermato il suo nuovo status (3° alle Olimpiadi) vincendo in 43 »98 davanti a una delle leggende della disciplina, Kirani James (44 »30) e Jereem Richards (44′ ’55). Alla fine, in assenza di Gabrielle Thomas e Julien Alfred, i due che l’avevano battuta alle Olimpiadi, l’americana Brittany Brown ha vinto sul mezzo giro di pista in 22 »00 (+ 0,4 m/s) davanti a lei la connazionale Anavia Battle (22 »27) e la britannica Daryll Neita (22 »46).



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