L’inefficacia dei crediti di carbonio riconosciuti dalla SBTi


Recentemente, un quadro di riferimento messo in atto durante la COP 21 nel 2015 ha appena criticato crediti di carbonio. Secondo i responsabili, questo mezzo per ridurre l’impronta di carbonio delle aziende sarebbe davvero un triste fallimento.

Una confessione piuttosto tardiva

Ricordiamo innanzitutto che la Science Based Target Initiative (SBTi) è una partnership nata nel 2015 nell’ambito della COP 21. Riunisce quattro enti: il Carbon Disclosure Project (CDP), il World Wide Fund for Nature ( WWF), il Global Compact delle Nazioni Unite e il World Resources Institute (WRI). È un quadro di riferimento globale alle imprese per la loro decarbonizzazione.

Pubblicato il SBTi un report il 30 luglio 2024, in cui si fa menzione dell’inefficacia dei crediti di carbonio (o compensazione del carbonio). Tuttavia, questa ammissione piuttosto tardiva arriva dopo una controversia. In effetti, l’inefficacia dei crediti di carbonio è stata comprovata già stato dimostrato da diversi studima la SBTi li ha nuovamente autorizzati nell’aprile 2024. Questa decisione è stata presa per favorire il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dello Scope3, uno dei tre livelli di emissioni di gas stabiliti nel quadro del Green House Gas Protocol.

In seguito a ciò molti scienziati, ma anche dipendenti delle aziende interessate, hanno espresso la loro insoddisfazione. Per alcuni osservatori, l’SBTi aveva ceduto alle pressioni delle grandi aziende private e i principali attori dei crediti di carbonio. Ci sono state anche accuse di conflitto di interessi.

rapporto STBi
Crediti: Science Based Target initiative (STBi)

La compensazione del carbonio è un fallimento

Ricorda che la compensazione del carbonio risulta da vari progetti come piantagione di alberi, l’uso di energie rinnovabili o addirittura l’installazione di cucine più pulite. L’obiettivo per le aziende è ovviamente quello di ridurre la propria impronta di carbonio e quindi per raggiungere i propri obiettivi climatici.

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Secondo la SBTi, gli studi e le pubblicazioni più affidabili dimostrano in modo schiacciante che i crediti di carbonio non rappresentano i benefici climatici inizialmente promessi. In altre parole, utilizzarlo può avere l’effetto opposto, vale a dire indebolire l’azione per il clima a livello globale. Il motivo principale è noto da decenni: le aziende utilizzano i crediti di carbonio per compensare emissioni da combustibili fossili.

Quindi, a nuovo deposito Net-Zero aziendale dovrebbe vedere la luce alla fine del 2025. Attualmente gli standard STBi concedono crediti di carbonio per l’ultimo miglio, cioè emissioni residue impossibili da evitare. Vengono inoltre concessi crediti fino al 10% delle emissioni aziendali, il restante 90% derivare da riduzioni dirette.



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