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Di fronte al gigantismo e alla grandiosità dell’apertura dei Giochi di Parigi, Tahiti ha festeggiato come si deve anche organizzando una propria cerimonia, più rilassata, solare e minimalista, nel cuore di uno scenario naturale piuttosto magico. A 45 minuti di macchina dallo spot di Teahupoo, salendo verso la capitale Papeete, il ritrovo era ad Atimaono, un parco ai margini della laguna e ai piedi delle montagne, di fronte al campo da golf Papara.
Dalle 6 del mattino (18 in Francia), mentre il sole cominciava lentamente a sorgere e a colorare il cielo di calde sfumature rosse, la sagoma, limitata a 2.000 persone, si ritrovò rapidamente piena. Alle 6,40 brulicava sotto la grande tenda centrale, ultimi preparativi, ultime istruzioni.
Vengono poi distribuite le imponenti corone di fiori e le sedie perfettamente allineate per i vip. Pantofole ai piedi, gonna blu scuro, camicia bianca, cappello di paglia e fiori al collo, il presidente della Polinesia francese Moetai Brotherson attendeva il suo discorso con incrollabile buon umore.
Discorso e “cerimonia della sabbia”
“È un momento fantastico, ci ha ammesso. Ho capito che a Parigi pioveva, mentre qui il tempo è magnifico. Hanno la Torre Eiffel, noi abbiamo il Monte ‘Orohena, hanno la Senna, abbiamo questa magnifica laguna (ridere). Stiamo bene qui. Viviamo in sintonia con i Giochi Olimpici. Credo che tutta la popolazione sia finalmente felice che questi Giochi abbiano inizio. Non è stato un fiume lungo e tranquillo per arrivare qui. Siamo molto felici di accogliere questi surfisti che provengono da tutto il mondo. »
Poco prima delle 8 del mattino della partenza ufficiale, si è svolto un raduno in riva alla laguna, con canoe polinesiane e tutti gli atleti. Rullo di tamburi e tutti in piedi per la piccola preghiera in tahitiano, un orero di Mataiea. Dopo questo quarto d’ora solenne, i 48 atleti, divisi in 21 nazioni, si sono presentati sotto lo stendardo principale, Sudafrica in testa, seguito da Germania, Australia, Brasile… La Francia ha chiuso la marcia.
Sono poi seguiti gli interventi, tra cui nell’ordine quello del sindaco di Papara, Sonia Punua, della rappresentante del OCOG, Barbara Martins-Nio, del presidente rock’n’roll della International Surfing Federation, Fernando Aguerre, e del presidente Brotherson, che ha colto l’occasione per esprimere la sua gioia per l’iscrizione ufficiale dell’arcipelago delle Marchesi nella lista del patrimonio mondiale. Inoltre non ha mancato di alzare la temperatura – la colonnina di mercurio aveva già raggiunto i 29°C alle 8,30 – rendendo omaggio ai tre polinesiani partecipanti a questi Giochi: Vahine Fierro e Kauli Vaast per il surf, e Teuraiterai Tupaia per il giavellotto. lanciatore.
Poi è arrivata la tanto attesa “Cerimonia della sabbia”, in cui ogni squadra ha portato la sabbia da una spiaggia del proprio paese per scaricarla in un acquario condiviso. Quello dei Blues veniva da Teahupoo. Durante il processo, l’assemblea ha osservato un altro momento di meditazione con la celebrazione di Rahiri, in cui ogni nazione è venuta a posizionare un fiore di banana al centro della grande tenda, a simboleggiare le nozioni di rispetto, umiltà e benevolenza per il buon andamento dei Giochi. È subentrato un vivace spettacolo di danza tradizionale, prima di un discorso di chiusura per aprire ufficialmente l’evento di surf, che inizierà questo sabato con successi furiosi a Teahupoo.
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