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La NASA si prepara a scrivere un nuovo capitolo nell’esplorazione spaziale con la missione Artemis II, prevista per settembre 2025. Questo volo segnerà il primo ritorno degli astronauti attorno alla Luna in più di cinquant’anni, un momento che molti aspettavano con impazienza . Tuttavia, significative sfide tecniche mettono in dubbio la capacità dell’agenzia di rispettare questo programma.
Sommaire
Una missione storica in prospettiva
IL missione Artemide II mira a inviare un equipaggio di quattro astronauti, guidato da Reid Wiseman, nell’orbita lunare. Questa missione, pianificata per ultimi dieci giorni rappresenta un momento cruciale nell’esplorazione spaziale, poiché segnerà il ritorno dei voli con equipaggio sulla Luna dalla fine del programma Apollo negli anni ’70.
Durante questa missione, la navicella Orion seguirà una traiettoria ambiziosa che la avvicinerà approssimativamente 10.400 km del a faccia in giù della Luna, un’impresa tecnica impressionante che offrirà una visione unica di questa regione inesplorata del nostro satellite naturale.
Questo volo sarà essenziale per testare i sistemi di supporto vitale (gestione dell’aria, dell’acqua e degli alimenti) e navigazione della navicella spaziale Orion che sono cruciali per la sicurezza dell’equipaggio e il successo delle missioni future. In altre parole, la missione Artemis II fungerà da precursore per missioni più complesse, inclusa la creazione di una base lunare sostenibile e, in definitiva, missioni con equipaggio su Marte.
Le lezioni apprese durante questo volo consentiranno alla NASA di comprendere meglio come gestire le sfide uniche dell’esplorazione umana nello spazio profondo, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse, la comunicazione e la sopravvivenza in un ambiente ostile.
Grandi sfide tecniche
Sfortunatamente, a rapporto recente da Ufficio per la responsabilità governativa (GAO) ha evidenziato diverse difficoltà tecniche che potrebbero ritardare il lancio di Artemis II. Il programma Exploration Ground Systems, responsabile della realizzazione dell’infrastruttura di lancio presso il Kennedy Space Center in Florida, ha infatti già esaurito tutto il suo margine di manovra inizialmente previsto per affrontare i problemi sorti durante i test del lanciatore mobile del razzo Space Launch System (SLS) e della navicella spaziale Orion.
In altre parole, nonostante il programma avesse previsto diversi mesi di flessibilità per gestire eventuali problemi tecnici o interruzioni dovute alle condizioni meteorologiche, questa riserva di tempo è stata pienamente utilizzata. La mancanza di flessibilità fa sì che eventuali ulteriori problemi, siano essi legati alla tecnologia, alle attrezzature o ad eventi imprevisti, potrebbero direttamente verificarsi incidere sul programma di lancio.
I funzionari della NASA devono ora navigare in un ambiente complesso in cui ogni ostacolo tecnico potrebbe comportare ritardi significativi, minacciando così la data prevista per il ritorno dell’uomo sulla Luna.
Preoccupazioni per lo scudo termico di Orion
Un altro fattore cruciale che complica le cose è lo stato del Scudo termico della navicella spaziale Orion. Durante la missione Artemis I, avvenuta alla fine del 2022, pezzi del materiale dello scudo termico si sono incrinati e scheggiati durante il rientro nell’atmosfera terrestre. Dopo aver analizzato la navicella spaziale, gli ingegneri della NASA ne hanno identificato più di 100 zone danneggiate. Attualmente, la NASA si trova a un bivio critico: far volare la navicella spaziale con lo scudo termico così com’è o effettuare riparazioni?
Sebbene un gruppo di valutazione indipendente abbia completato la sua revisione, la NASA non ha ancora comunicato decisioni chiare riguardo alle condizioni dello scudo termico. Questa mancanza di informazioni complica ulteriormente la pianificazione delle operazioni di lancio.
Con queste sfide tecniche che si aggiungono alle preoccupazioni esistenti, è quindi sempre più probabile che il lancio di Artemis II venga rinviato.
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