Mercante sull’acqua (Me Games)

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È un campione che cammina sull’acqua quando scorre a lungo e che porta con sé un mistero che porta sotto la superficie, quello di un corpo che passa 120 metri sott’acqua quando è ricoperto d’oro dopo 400 metri, misti, poco più di quattro minuti, e onde di cui i suoi seguaci intravedono la schiuma in lontananza. Ciò che vediamo di lui sott’acqua, e che nasconde l’essenziale, forse, del suo rapporto profondo con l’elemento, suggerisce una natura ibrida, un uomo che non può avere il nostro stesso rapporto con la terraferma e la gravità.

Sappiamo con precisione cosa ha sentito Léon Marchand, ogni volta che è passato a pelo d’acqua, ieri sera: un fervore come mai prima in una piscina francese, un rumore di gioia e di riconoscimento, l’eco di una felicità immensa. Ignoriamo in gran parte ciò che sentiva sott’acqua, mentre risaliva a prendere aria, di tanto in tanto, poiché era costretto a farlo: è una parte affascinante della mitologia dei nuotatori, che passano i loro anni migliori a contare le piastrelle a bordo piscina fondo della piscina, senza liberarsi la pelle dall’odore del cloro, recitando le lezioni, facendo la lista della spesa, aspettando questi momenti dell’alba, o della sera, le stagioni dello studio, per fare il punto della propria vita e vedere le cose un po’ di più chiaramente. Un giorno, mentre cercavano di spiegarci queste sensazioni, molto tempo dopo, Roxana Maracineanu e Sophie Kamoun aggiunsero che a causa delle virate arrotondate e della sensazione di galleggiamento, a volte calcolavano male la distanza sulla terraferma e sbattevano contro i muri della scuola perché non erano più fatti per angoli retti fuori dall’acqua.

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Una mitologia acquatica della nostra epoca, per andare oltre il grido di Tarzan, consisterebbe nel rivedere questo medley di 400 metri riproponendo la musica dei titoli di coda di Flipper il delfino, ora che le playlist di Parigi 2024 suggeriscono che noi boomers saremmo uomini moderni. Moderno, ma sudato quando fa caldo, soprattutto, e non abbastanza moderno da ignorare, come regola generale, che la terra è bassa, che l’acqua è fredda, e che bisogna conservare nel profondo della memoria una domenica sera così bella sulla terra.

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