“Ti rendi conto del posto che occupi nella storia del nuoto con questa quarta medaglia?
Sì, è incredibile. Sono un uomo da finali in realtà, non mi piacciono molto le semifinali, mi piace farmi trovare pronto al momento giusto. Ovviamente quando arriviamo in finale vogliamo vincere ma sono così felice di avere una medaglia nel mio paese, di aver avuto un’ovazione del genere, un altro podio. Avevo la mia famiglia in tribuna. I miei genitori non mi hanno mai visto alle Olimpiadi anzi, sono contento, la mia ragazza, i miei amici che sono venuti durante la notte, faccio vivere loro delle emozioni ed è bellissimo.
Hai detto che aspettavi da trent’anni per nuotare davanti a un pubblico così…
Ovviamente abbiamo amanti del nuoto ad ogni Campionato francese, abbiamo avuto i Campionati Europei a Chartres nel 2012. Avere le Olimpiadi a casa, avere tifosi che tifano e che non aspettano nulla… Non lo immaginavo, lo immaginavo un po’ più di pressione, ma l’energia è completamente diversa. Non è altro che gioia, nient’altro che buon umore, come abbiamo già visto alla cerimonia di apertura. Sono super orgoglioso di essere francese quando vedo tutto questo. È incredibile quello che stiamo vivendo.
E questo ti ha dato l’idea di lanciare un applauso prima della partenza…
Perché no, si fa nell’atletica, giusto? Ho questo in mente da qualche giorno. Léon ha nuotato il primo giorno e ci ha dato energia come sempre. Quando ho visto il rumore che hanno fatto i francesi per tutta la settimana, non importava i nuotatori, non importava gli atleti… I francesi sono tifosi pazzi infatti, non pensavo che fosse così bello. Mi sono detto, siamo in un palazzetto del rugby, ci sono 15mila persone, perché non fare un applauso” può darti energia, approfitta del momento perché capita solo una volta nella vita « . Non mi sono costretto a farlo, ho avuto la discussione con Quentin (Cotton il suo allenatore) più tardi, con Thomas Sammut (il suo allenatore mentale) chi mi ha detto “ Sarebbe fantastico ma se mai ti distrae dalla preparazione non farlo, non serve a niente. » Parole di Giacomo (Gibson, il suo co-allenatore) inoltre, rimani autentico. Sono rimasto autentico. Ad un certo punto mi sono tolto le cuffie e ho sentito “ Fiorentino Fiorente « , mi sono detto, beh ci proverò, forse la gente non mi seguirà, forse sembrerò un imbecille ma ci proveremo. Ha funzionato, ero così felice, mi ha rilassato un po’.
Cosa rappresenta questa medaglia rispetto alle altre?
Rappresenta le scelte forti degli ultimi tre anni. Ho deciso di lasciare Marsiglia per trasferirmi ad Antibes. Ero un po’ come un giocatore di tennis che sceglie il mio bastone, James (Gibson) poi Matteo (Burbano) che sono stati aggiunti. L’abbiamo affinato per tre anni e questa medaglia è anche per loro perché non è facile lavorare con me tutti i giorni. So che posso andare in qualsiasi direzione. Ho fatto scelte diverse rispetto agli altri atleti, ho festeggiato molto da settembre a dicembre, cosa che mi ha permesso di fare una bella prestazione questa sera. Voglio godermi questa vita sportiva e non essere un monaco. Grazie a tutti gli allenatori per avermi seguito in questa pazza idea. »
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