“Da un lato c’è questo titolo paralimpico che tieni, dall’altro queste lacrime sul podio…
Le lacrime, le stavo aspettando. Già stamattina, da protocollo, è stata dura trattenerli. Solo a pensarci comincia a insinuarsi. Perché la pressione sta scendendo. È pazzesco, non ho nemmeno parole. (Durante la Marsigliese), ho borbottato. Volevo approfittarne. Ero in lacrime e mi sono detta: ‘smettila di trattenerti, lascia andare tutto, maledizione, e piangi!’ Quando senti tutti cantare così. Per me solo lo sport offre questo.
È stato molto difficile psicologicamente. La pressione nelle ultime due settimane… ho avuto molte conversazioni con lo psicologo. Per fortuna c’era la mia ragazza, tutto il mio staff. Stamattina, quando ho visto l’ucraino che batteva il mio record (mondiale: 4’17 »456 contro 4’18 »274), ho detto: ‘oh, ragazzo, non è così lasciamo che succeda’. Sapevo di poter fare 4’15, non mi aspettavo quel tempo (4’13 »934). D’altronde tra i due è stato molto breve, ho avuto difficoltà a rientrare.
“Alle Paralimpiadi, tutta questa mania è pazzesca. »
È oggi, non dobbiamo avere rimpianti, dobbiamo dare tutto. E anche se cadi dopo la linea, non volevo che rimanesse nulla dopo la linea. Ecco perché sono nei guai. Ma il risultato c’è.
Ooh, ecco… Ce ne sono molti! Mi sono evoluto molto, non mi diverto allo stesso modo. Tokyo è stata molto complicata. Sto bene con me stesso, il mio tempo non è lo stesso. E la grande differenza è il pubblico. Alle Paralimpiadi, tutta questa mania è pazzesca. Poter condividere con i miei cari, il mio preparatore, tutto il mio staff, mia sorella, i miei nonni che hanno fatto il viaggio a più di 80 anni. È semplicemente incredibile. È semplicemente unico nella vita di un atleta.
Cosa rappresenta questa medaglia di cui parli da tanto tempo?
Questo è un sacco di sacrificio personale. Già, poter vivere i Giochi in Francia, come atleta, è un’opportunità incredibile. Ho sognato così tanto! Anche l’applauso, lo avevo immaginato un anno fa. Ma vivendolo… È difficile spiegare cosa proviamo. »
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