« Montagne » cinque volte più grandi dell’Everest che si trovano nelle profondità della Terra


L’Everest è la montagna più alta sopra il livello del mare, mentre il Mauna Kea è la più alta se misurata dalla sua base che si trova sul fondo dell’oceano. Se invece vi immergerete nelle profondità della Terra, incontrerete “montagne” ancora più imponenti.

A circa 3.200 km sotto la superficie, il mantello roccioso della Terra incontra il suo nucleo esterno metallico fuso. I ricercatori ritengono che importanti cambiamenti nelle proprietà fisiche siano all’opera oltre questo confine. Tuttavia, esaminare la composizione di questa regione su larga scala non è un compito facile.

Per fare questo, i geologi usano onde sismiche che sono generati dai terremoti. Sappiamo che queste onde viaggiano a velocità diverse attraverso diversi stati della materia, che possono essere misurati e mappati.

In genere, queste stazioni di ricerca hanno sede negli angoli più remoti del globo. Nell’ambito del lavoro svolto in Antartide, i ricercatori hanno raccolto dati per tre anni da una ventina di persone terremoti. Allora furono in grado rileva per la prima volta gran parte dell’emisfero meridionale in alta risoluzione.

montagne Terra
Rappresentazione delle onde sismiche dei terremoti nell’emisfero australe ritornate dal confine nucleo-mantello della Terra per essere registrate da sensori in Antartide. Crediti: Arizona State University.

Antichi fondali oceanici

Esaminando i dati, i ricercatori hanno identificato segnali inaspettati che, dopo essere stati mappati, hanno rivelato uno strato variabile di materiale di misurazione spesso diverse decine di chilometri. Le proprietà di questa copertura anomala del confine nucleo-mantello sono state caratterizzate da forti riduzioni della velocità delle ondeche ha portato i ricercatori a definire questo ambiente come una “zona a velocità ultra-bassa”.

Per i ricercatori, queste aree potrebbero essere spiegate da antichi fondali oceanici essendo fluito fino al confine nucleo-mantello. Sappiamo che il materiale oceanico può essere trasportato all’interno del pianeta quando due placche tettoniche si incontrano, facendo sì che una sprofondi sotto l’altra (zone di subduzione). Con il passare del tempo questi accumuli di materiale oceanico in subduzione si ritroverebbero poi “spinti” dalla roccia che lentamente scorre nel mantello.

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Per il ricercatoriche descrivono in dettaglio il loro lavoro nel diario Progressi della scienzaqueste aree potrebbero essere considerate montagne lungo il confine nucleo-mantello, con altezze che vanno da circa meno di cinque chilometri a più di quaranta chilometriche rappresenta circa cinque volte l’altezza dell’Everest.

Queste “montagne” sotterranee potrebbero anche svolgere un ruolo importante nel modo in cui il calore fuoriesce dal nucleo per alimentare il campo magnetico. Sarebbe anche possibile che questi materiali provenienti da antichi fondali oceanici potessero talvolta risalire in superficie sotto forma di pennacchi che fuoriescono da eruzioni vulcaniche.

Questa esplorazione delle profondità della Terra rivela “montagne” nascoste ben oltre la nostra percezione quotidiana, al confine tra il nucleo e il mantello terrestre. La ricerca in Antartide ha evidenziato zone a velocità ultra-bassa, potenzialmente costituite da antichi fondali oceanici che sono sprofondati fino a questo limite estremo. Queste formazioni, che raggiungono altezze ben superiori a quelle dell’Everest, testimoniano la complessa e continua dinamica del nostro pianeta. Oltre alla loro imponenza, queste strutture potrebbero svolgere un ruolo cruciale nei processi termici che alimentano il campo magnetico terrestre, nonché nell’attività vulcanica superficiale. Questa scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione delle forze profonde che modellano il nostro mondo, rivelando che anche sotto i nostri piedi, la Terra nasconde ancora misteri vasti quanto quelli delle vette più alte.



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