Nel para tennis da tavolo, l’Australia è stata criticata per aver naturalizzato il cinese



L’australiano Qian Yang ha vinto l’oro nella categoria WS10 mercoledì, contro la polacca Natalia Partyka. Si tratta del suo secondo titolo a Parigi, dopo quello vinto in doppio (WD20). Ma questa medaglia solleva interrogativi nel mondo del tennistavolo perché Qian Yang ha vestito per la prima volta i colori della Cina, suo Paese d’origine, durante i Giochi di Londra e Rio. Ha anche vinto l’oro a squadre con la Cina nel 2012, l’argento individuale, poi di nuovo l’argento nel 2016.

La tennistavolo, oggi 28enne, ha poi cambiato nazionalità sportiva. Rappresenta l’Australia dal 2019, con la quale ha vinto l’oro a Tokyo. Ma lei, ad esempio, non parla inglese e, in una zona mista, il suo allenatore diventa il suo interprete.

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Dietro le quinte si critica la strategia australiana e si accusa il Paese di favorire il bracconaggio, di giocare con la “strategia del passaporto”, piuttosto che con quella della formazione, che richiede più tempo e risorse.



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