Non poteva lasciare il palco in quel modo. Non lei. Il 31 luglio, nel quasi anonimato dello stadio del Bordeaux, l’immensa Marta (201 presenze, 119 gol) scoppiò in lacrime, espulsa poco prima dell’intervallo della terza partita del girone dei brasiliani, perso contro la Spagna (2-0). La mitica brasiliana, 38 anni, era allora convinta che i suoi 22 anni d’amore con la Seleçao sarebbero finiti così, attraverso una porta minuscola. Molto lontano dagli addii che sognava quando lo annunciò, ad aprile Il 2024 sarebbe stato il suo ultimo anno di selezione.
Ma la sua leggenda la raggiunse nuovamente. Mentre il « suo » Brasile superava nella tana del topo il primo turno – secondo dei migliori terzi – Marta, sospesa per due partite a causa del cartellino rosso, assisteva dalla tribuna ad un impensabile risveglio delle compagne. Di fronte alla Francia sabato scorso a La Beaujoire, la Seleçao ha fatto la sua parte con metodo, riuscendo a sconvolgere i Bleues, troppo ingenui per capirlo, prima finiscili su un contatore (1-0). Dopo aver fatto di tutto per ridurre la sanzione di Marta (il TAS ha respinto il ricorso), il Brasile si è presentato nuovamente senza di lei martedì al Vélodrome contro la Spagna, e nessuno l’ha ritenuta capace di cancellare il titolo dei campioni del mondo.
Terza ed ultima finale olimpica
Ma spinta da una superba forza mentale, la squadra dell’Auriverde fa implodere gli spagnoli colpendo le spalle della difesa (4-2). Già marcatore contro la Francia, Gabi Portilho (29 anni) ha mantenuto il mantello dell’eroina con un gol e un assist. Tuttavia, tutte le telecamere erano puntate su Marta quando è suonato il fischio finale. Isterico nella notte marsigliese, l’idolo del calcio brasiliano aveva appena capito cosa lo avrebbe aspettato questo sabato, al Parco dei Principi.
“Durante queste partite senza Marta, lo facevamo per lei”
Medaglia d’argento nel 2004 e nel 2008, nel suo periodo di gloria, cadendo ogni volta contro gli Stati Uniti, la numero 10 incontrerà gli americani per la terza e ultima finale olimpica. Un finale da favola per colei che sta ancora inseguendo una prima incoronazione internazionale con la sua selezione. “Sinceramente in queste partite senza Marta lo facevamo per lei, ha dichiarato la centrocampista Angelina dopo l’impresa contro la Spagna. Vogliamo dargli un ottimo inizio. Per me era un sogno giocare con Marta e ora è diventato realtà. Farlo in finale ai Giochi Olimpici è semplicemente perfetto. »
La nuova generazione ha dimostrato di saper fare a meno dell’icona, e Arthur Elias potrebbe commettere il delitto di lesa maestà osando lasciarla in panchina al calcio d’inizio. Ma Marta metterà piede almeno un po’ sul prato del Parco dei Principi, questo è certo, per sfidare gli americani che continua a far divertire ogni settimana nella NWSL con Orlando Pride (attualmente leader della stagione regolare), il suo club dal 2017. Un altro simbolo, per una gita degna della Regina.
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