Paul Magnier, sui risultati dei corridori che arrivano tra i professionisti: “Dimostrare che siamo al nostro posto”

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A gennaio, a Calpe (Spagna), durante il ritiro invernale con la sua squadra Soudal Quick-Step, Paul Magnier ha mostrato la freschezza dei suoi 19 anni (ne compirà 20 domenica) e una determinazione molto naturale. Due settimane dopo, per la sua prima gara professionale, lui ha vinto il Trofeo Ses Salinessull'isola di Maiorca, davanti al compagno di squadra americano Luke Lamperti, poi bissato al Tour dell'Oman durante il 3° passo, ancora davanti a Lamperti e ad un “più grande”, Bryan Coquard (31 anni). Il giovane Isérois (è nato in Texas prima di tornare in Francia all'età di 3 anni) simboleggia questa generazione che non si pone domande.

“Come spieghi i tuoi primi risultati di questa stagione?
Non ho affatto paura di vincere, ho più paura di perdere (ride). Siamo allenati diversamente rispetto a prima, preparati meglio per l'alto livello. Quando ero al Pôle France VTT (a Besançon), avevamo già informazioni sull'alimentazione, sul mental coaching, avevo già fatto corsi in quota. Abbiamo molti più strumenti e sta a noi metterli in atto.

“Quando vediamo Remco (Evenepoel), Pogacar, ci diciamo ‘perché non noi’”

È una questione di società, di generazione?
Mio padre mi dice che vogliamo tutto e subito. In un clic hai il tuo paio di scarpe. Vediamo cose belle sulle reti, vogliamo andarci anche noi. Quando vediamo Remco, Pogacar, ci diciamo “perché non noi”.

C'è emulazione con i coetanei francesi, quando li vedi vincere?
Non necessariamente in relazione ai francesi, perché sono un po' più grandi di me, ma piuttosto in relazione ai corridori contro cui ho corso negli juniores, Antonio Morgado (POR, UAE Emirates, 20 anni), Thibaud Gruel (Groupama-FDJ , 19 anni)… Quando vedo che Morgado è 5° al Giro delle Fiandre mi dico che è forte e vorrei fare altrettanto.

Quale gara ti piacerebbe vincere quest'anno?
Mi piacerebbe davvero un titolo internazionale, diventare campione mondiale o europeo di Espoirs. »

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