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L’impulsività, che è uno dei tratti caratteriali predominanti in alcune persone, non esiste per caso. Inoltre, ci sarebbero modi per ridurne la portata.
Come definire l’impulsività?
L’impulsività lo è differenziarsi dalla spontaneità che designa i comportamenti naturali nel senso buono del termine. La spontaneità non è quindi qualcosa che deve essere controllato o costretto. Tuttavia, se gli atti impulsivi sono talvolta anche inconsci e incerti, hanno comunque una connotazione negativa. Inoltre è possibile parlarne effetti pericolosi o tossici di azioni impulsivema non atti spontanei. Inoltre, la spontaneità è facilmente coltivata mentre l’impulsività è scarsamente percepita.
In realtà l’impulsività è una forma di spontaneità, ma quale non si preoccupa delle possibili conseguenze. Spesso si tratta di azioni non pensate o poco pensate, inadeguate o portate avanti prematuramente. In altre parole, associamo l’impulsività a risultati indesiderati. Inoltre, impulsività può manifestarsi in molti modi a seconda delle situazioni e della personalità dell’individuo. Ciò può comportare comportamenti eccessivi riguardanti, ad esempio, cibo o determinate sostanze o anche cambiamenti improvvisi nei programmi, o addirittura il loro annullamento. Includere anche l’esplosione di emozioni, la rapida escalation di discussioni o dibattiti, la violenza o le spese eccessive, tra gli altri.
Come ridurne la portata?
Se l’impulsività non è sempre fonte di pericolo, la sua tossicità sì incidere negativamente sulle relazioni sociali e sviluppo personale. Pertanto, nella maggior parte dei casi è auspicabile controllarlo. In termini di origini si possono citare alcuni fattori genetici, ma soprattutto caratteristiche psicologiche come l’istruzione e traumi infantili. Alcuni disturbi possono anche coltivare l’impulsività, ad es. bipolarità.
Un’altra possibile ragione è stata menzionata in a studio pubblicato nel 2017 sulla rivista Social Psychology. I ricercatori dell’Università di Limerick (Irlanda) hanno affermato che la noia è legata all’impulsività. In altre parole, le persone che tendono ad annoiarsi potrebbero farlo essere più facilmente impulsivo.
Molto più recentemente, a un altro studio lo ha confermato la noia era un vettore di stress e quindi impulsività. Questo lavoro, pubblicato il 1° ottobre 2024 sulla rivista Physiology & Behavior e condotto dall’Università di Portsmouth (Regno Unito), forse apre la strada all’implementazione di mezzi per ridurre lo stress nelle persone impulsive. Potrebbe anche esserci una questione di soluzioni per insegnare a questi individui a gestire lo stress per calmare la loro impulsività.
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